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Unicredit strappa verso i 14 euro


Una giornata in particolare ha sorpreso questa settimana ed è stato un agguato messo in atto il 7 dicembre, dove gli istituzionali hanno messo in piedi una trappola per "shortisti" da manuale, approfittando di un mercato poco partecipato nei book e semplicemente lasciando lavorare le macchine, l'indice Dax ad esempio, in 24 ore ha guadagnato 500 punti senza volumi sostanzialmente così approfittando per chiudere un gap down lasciato aperto la settimana prima con l'avvento della variante Omicron.

Da quel momento in poi è chiaramente tornato a scendere, seguendo il pattern sopra evidenziato con la chiusura "gap"

Lo stesso gap, ma "up" ora, resta aperto sull'indice Nasdaq non a caso il più debole nella giornata di giovedi 9 dicembre seppur in recupero venerdì, in barba all'inflazione galoppante, gap comunque sia, ancora non chiuso, e come sappiamo, la borsa va sempre a chiudere i propri gap, prima o poi.

Nella medesima giornata c'è stata la letterale esplosione di Unicredit, titolo a cui avevamo dedicato vari articoli nel recente passato, non ultimo il 10 ottobre al seguente link Inflazione, un nemico che non tutti vedono - LombardReport.com

Per bocca del suo boss Andrea Orcel, che ha esposto il piano strategico per Unicredit che ridurrà i costi e diventerà più efficiente in termini di capitale con ritorni netti tangibili del 10% entro il 2024, ben 4 punti percentuali in  più di quanto il mercato si aspettasse.

Il miglioramento della redditività dovrebbe aiutare a generare circa 16 miliardi di euro di capitale destinato agli azionisti.

Questo per quanto riguarda i piani futuri, per noi il target rimane fissato nel breve ai 14€, non disdegnando possibili aperture sino ai 14.5€.

Nulla vieta, in un panorama mite e quindi, in caso di assestamento economico soft, mondiale, post tapering, di puntare anche ai 18€, ma al momento il riferimento rimane ai 14€ anche se una moltitudine di istituzioni quali ad esempio JP Morgan, che la vede ai 17€ e Citigroup a sua volta, che la pone come target ai 15.7€, stanno spingendo le aspettative più in alto, tranne Barclays che la vede ai 13.8€.

Un eventuale rientro ai 12€ rappresenterà un livello a cui rientrare con stop loss a seconda della propria propensione al rischio.

La prossima settimana sarà l'ottava più importante del mese con le scadenze tecniche e le banche centrali, americana ed europea, che si riuniranno il 15 e il 16 dicembre.

In Usa niente e nessuno pare spaventare gl'indici ma ricordiamoci anche che si tratta pur sempre di una manciata di aziende che da sole guidano tutto il mercato e questo è un aspetto di fragilità.

Non ci resta che vivere l'ottava che verrà, che di certo sarà emozionante perchè piena di eventi dalla valenza finanziaria enorme.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)