Usa ed Europa: due realtà completamente differenti


Giovedi 8 settembre la Lagarde e la Bce hanno alzato di 75 punti base il tasso di interesse per l'area euro come già scontato dal mercato ma ciò che ha maggiormente colpito è quanto ripetiamo da mesi a questa parte, ovvero che le stime del passato in merito all'inflazione erano completamente errate, per ammissione della stessa Lagarde, varie volte incalzata dalle domande dei vari cronisti presenti alla conferenza stampa.

Ciò che è rimasto nelle orecchie dei precedenti meeting, era quella certezza che accomunava la Bce quanto la Fed per bocca di Jerome Powell, in merito alla temporaneità della salita dei prezzi, attribuita in via esclusiva ai colli di bottiglia presenti nel lato dell'offerta di beni e servizi.

Mai una parola che si riferisse all'eccesso di quantità di moneta in circolazione, cosa che alla lunga si è ritorta contro il duo dei banchieri centrali.

Da poco tempo però il tenore dei discorsi è radicalmente cambiato ed entrambe si sono dimostrati fermi nel tentativo di spegnere la spirale inflazionistica sino a giungere a quello che ha il carattere del "mega intervento" da 0,75 punti percentuali della Bce.

Si è dovuto scegliere quindi tra il tamponare l'immissione di liquidità a dispetto della crescita economica, preferendo di riflesso più elevati livelli di disoccupazione.

Quanto pesante sarà la recessione europea non ci è dato conoscerlo ma se dovessimo affidarci alle parole della Lagarde nel momento in cui ha esortato i governi a mantenere le misure di assistenza verso le fasce più deboli della società, evidentemente si attendono dei mesi a venire a tinte fosche.

Dal versante dei mercati finanziari, oltre alla consueta volatilità post meeting c'è da rilevare un balzo in alto di tutto il settore bancario che ha risposto con positività al rialzo dei tassi, portando un maggiore beneficio per quelle piazze finanziare come Milano, che hanno una componente bancaria ben rappresentata.

Se invece si va a guardare agli indici di borsa, ci si accorge che la dinamica tra Usa ed Europa è diametralmente opposta, con gli Usa che in settimana hanno conseguito addirittura un miglioramento dei sussidi di dispuccupazione con una richiesta che ha battuto le stime di -6000 unità.

Ergo, mentre Powell e la Fed si trovano a cercare di rallentare la corsa con una certa fatica visto lo splendore dell'economia americana, la Bce si trova a raffreddare un pezzo di ferro già tiepido che sarà freddo con l'avanzare dell'inverno...a termosifoni spenti e il razionamento della fornitura energetica.

Quello che definimmo un "cul de sac" in cui si è insinuata l'economia europea per responsabilità diretta dei suoi amministratori.

Venerdì prossimo, 16 settembre ndr, molti strumenti vedranno le loro scadenze tecniche, pertanto rimbalzi e aumento di volatilità potranno essere attribuite alla sistemazione di portafogio di grandi agenti finanziari, dopodichè, con i nuovi contratti, si tornerà seriamente alla valutazione delle prospettive economiche e dubitiamo possano impedire la formazione di nuovi minimi, in base ai dati in nostro possesso al momento attuale.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)