Titoli di Stato futuro prossimo per l'azionario


Se si sta ancora cercando di comprendere come possa essere il futuro al momento del ritiro di risacca di liquidità delle banche centrali, che ormai è sempre più alle porte, in un articolo recentemente pubblicato, si era postato questo illuminante grafico

La linea continua è quella che descrive il movimento del mercato obbligazionario.

E' ben visibile quanto e come il suo movimento anticipi quello del mercato azionario.

Consequenzialmente a quanto accaduto nella riunione della BCE e con i toni più aggressivi sulla politica monetaria da parte della Lagarde, la settimana è partita in maniera aggressiva in particolare in Europa e non solo verso i titoli di stato dei Paesi del Sud.

Nel grafico in basso, mostriamo quanto accade con il decennale austriaco- Simbolo AT0000A2HLC4

Una vera risacca accaduta in pochissimo tempo e chiaramente lo stesso movimento lo si può notare su tutti i titoli di stato come già detto, quindi collegato inequivocabilmente alle previsioni sulle prossime azioni delle banche centrali.

Giovedì pomeriggio, la ciliegina sulla torta è venuta dall'inflazione Usa salita ad un ritmo  così veloce come non si era mai visto negli ultimi 40 anni.

Su previsioni che la vedevano al 7.3%, la sopresa è stata forte con il dato che è apparso su tutti i monitor, mentre in maniera concitata si cercava di trovare, in tempo reale, la miglior strategia per comprendere in maniera tempestiva la direzione.

Personalmente avevo aperto lo strumento più sensibile, il cambio Eur.Usd che immediatamente ha visto il dollaro rafforzarsi in maniera imperiosa e da lì, a comprendere che l'inflazione era stata superiore alle attese, è stato un attimo.

Poi, con l'apertura Nasdaq, con i future che segnavano un -2%, prima dell'apertura, come già accaduto nelle scorse volte in cui il dato è uscito, si è verificata una V perfetta con un recupero avvenuto con l'apertura ufficiale dei mercati.

Nelle scorse volte, come anticipavo, tutti gli indici non avevano reagito in maniera scomposta immediatamente, ma avevano pagato lo scotto nei giorni a seguire, anche a distanza di una settimana.

Stavolta dovrebbe accadere la medesima cosa a meno che il fiato sul collo dei membri del board della Fed, li spinga ad agire d'improvviso, addirittura sorpendendo il mercato con un rialzo a sorpresa.

Eventualità che inizia a non essere più così fuori luogo, dal momento in cui ormai, l'inflazione sembra davvero essere sfuggita al controllo di coloro i quali, sino a non più di un mese fa, sostenevano con forza che il suo valore fosse ampiamente sotto controllo.

Dedicarsi all'azionario in questo momento, è solo un discorso di stock picking, e nella settimana appena trascorsa abbiamo intravisto all'orizzonte un ottimo spunto per tutto il settore bancario; tuttavia è opportuno muoversi secondo un'ottica di breve periodo con target intelligenti, senza voler indugiare eccessivamente, con conseguente ritardo sulla gestione dell'operazione.

A comprova della precedente considerazione, è opportuno evidenziare che si sta riaffacciando sempre più la variabile volatilità che è in grado di cambiare le carte in tavola in maniera subitanea.

In aggiunta con sguardo sistemico utile a cogliere tutti gli aspetti, è necessario considerare quello che sta accadendo al confine europeo con la Russia, evitando altresì di credere che il cattivo di turno  - contro cui schierarsi - sia unico, riconducendo tutto alla solita mediocre e semplicistica considerazione del "bene contro il male". Questo tipo di approccio implicherebbe una visione angusta ed unilaterale, se non addirittura miope della realtà. 

Le ragioni sono ben più complesse, tra queste anche il desiderio degli USA di affermare la propria potenza e il proprio controllo politico sugli Stati europei, ammassando truppe in Polonia, missione che ebbe inizio già nel lontano giugno 2020, mentre il mondo si rintanava in casa spaventato dalla pandemia, le truppe statunitensi infatti venivano convogliate lungo la linea di confine con Ucraina e Bilelorussia.

Se si è particolarmente attenti alle notizie, si cataloga immediatamente la portata della retorica di guerra ultima che narra di truppe russe attestate di recente al confine ucraino.

Spesso la storia e gli accadimenti sono teatro di una provocazione continua, in perenne tensione tra il bene e il male, in cui ciascuna delle parti cerca di fronteggiare l'altra con lo spirito di chi è pronto a sguainare il giavellotto per offendere e ferire.

L'unico problema è che il campo di battaglia scelto è quello europeo e non trovo elegante che due superpotenze individuino il ring in Europa, un'entità che per "deficienza" politica, non si è ancora dotata di un proprio esercito e di una vera unione politica, vedendosi costretta di conseguenza ad essere aperto campo di battaglia.

Mi si conceda un ironico commento finale, che mi spinge a suggerire una "guerra" di andata a Mosca su territorio russo e un ritorno a Washington su territorio americano, dove potersi, con tanto di diretta Fox News e CNN, scaricarsi addosso tutto l'arsenale militare possibile, con noi europei comodamente seduti davanti la TV con i pop corn in mano, con russi ed americani intenti ad esportarsi democrazia a vicenda sulle loro case e soprattutto, sulle loro teste; mentre l'Unione europea, pur condividendo prassi e regolamenti comuni, fatica ancora a trovare la via di una Costituzione capace di superare i confini e le barriere dei singoli Stati membri.

La nostra civiltà, quella europea, ha una dotazione, un gap di conoscenza storico, di sviluppo sociale e letterario di almeno 1000 anni in avanti, ma ancora non siamo stati in grado di dotarci di una corazza comune e questo fa di noi un territorio ancora troppo debole politicamente proprio perchè diviso, tanto da renderci simili, in un' ottica militare, più alla regione medio orientale che ad altre e non è un caso quindi che un conflitto maturato nello spirito Usa-Urss non si verifichi altrove.

Il nostro vantaggio in merito al bagaglio culturale quindi, siamo stati in grado di annullarlo, per tenere conto di piccoli interesse di provincia curando, male, il proprio piccolo orticello, che, ad oggi, può essere spazzato via da un banale acquazzone. 

Questo conflitto al momento non viene prezzato dai mercati, ma se accadesse l'irreparabile, 14850 del Dax che rappresentano la fine del trading range e l'inizio di un down trend, potrebbe essere rotto con violenza e farci rivivere i giorni del marzo 2020.

Forse sarebbe il caso che ci si motivi di più verso il sogno di una Costituzione europea che sappia coniugare gli animi e magari possa in progress essere germe di nuova linfa e fiore di democrazia nascente in grado di spezzare quella "cortina di ferro" che ancora si presenta salda e, a tratti, sempre rinforzarsi nel tempo.

I sogni di democrazia ci aiutano a comprendere che il cooperativismo ci tiene uniti e saldi, le chiemere fantasiose orientate in senso contrario dipingono il fallimento degli Stati, degli uomini e di tutto quello che ruota attorno al mondo dell'etica, dell'economia e della finanza, della vita in senso lato

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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