Purtroppo in questo frangente non c'è interesse sul mercato italiano. I volumi sono pressoché inesistenti: nella giornata di venerdì alle ore 17.29 erano stati scambiati 1.5 miliardi di euro, magicamente passati ad un controvalore di 1.88 miliardi nelle aste finali. In altri termini le aste di chiusura pesano per il 20% del totale dei volumi e di fatto quel totale è poi dato da una decina di azioni del FTSEMIB40. Alcuni operatori, anche istituzionali, hanno manifestato il loro totale disinteresse verso il nostro mercato, tanto più che la chiusura/riduzione di posizioni su titoli sottili (comunque small caps, non la "Canistracci Oil" per intenderci) diventa improponibile: rischierebbero di far crollare ancor di più il titolo di svariati punti percentuali e quindi si astengono. Personalmente ritengo che questa débacle sia dovuta da un lato al passaggio ad Euronext e dall'altro agli algoritmi di negoziazione e quotatori che creano una continua turbativa di mercato immettendo togliendo proposte di acquisto e vendita. Poi naturalmente a tutto questo dobbiamo aggiungere la bassa volatilità e l'assenza di temi e di notizie.
In settimana il nostro derivato è sceso fino a lambire i 28000 punti con una shadow a 27900. La chiusura è poi stata a 28255. Nulla è compromesso al momento ma il mercato continua a non piacermi e de facto rimane in trading range. Fondamentale al momento la tenuta dei 27900-28000 sotto la quale avremmo i 27650. Se bucato, il livello dei 27650 potrebbe portare ad un allungo verso i 26900-27000 dove transita la media mobile a 200 periodi. Sembra poi che sia in formazione una sorta di testa e spalle ribassista (linea tratteggiata) ma per averne certezza occorrerebbe una rottura decisa della neckline che attualmente passa attorno a 27900. Per la prossima ottava, delicatissima in quanto di scadenze tecniche trimestrali, mi aspetto un tentativo di rimbalzo anche solo in intraday, magari di 200-300 punti dalla chiusura di venerdì. Estrema cautela se il mercato dovesse tornare sui minimi a 27900: vorrebbe dire che la shadow di venerdì verrebbe "rimangiata" dal flusso in vendita. Parlo di flusso anche se il vero problema di questo mercato è proprio dovuto al fatto che i flussi in acquisto e/o in vendita NON sono continuativi come vedremo analizzando la watchlist. Al momento il mercato ha bisogno di una trigger per andare su o giù.
Situazione analoga per l'indice Dax30 su cui continua l'estenuante laterale (di seguito il grafico daily). Prima resistenza a 16000 e sotto i supporti sono posti a 15650 e a 15460. Anche in questo caso non si sa da che parte andare, con la differenza che a vista d'occhio si è indebolito molto rispetto al FTSEMIB ma questo è chiaramente dovuto alla composizione del paniere. Bancario il nostro ed industriale quello tedesco.
Entriamo in una settimana delicatissima visto che ci sarà la scadenza delle tre streghe e considerata l'illiquidità generale sarà possibile avere movimenti repentini in un senso o in un altro proprio dovuti al fatto che gli algoritmi si "inseguono" tra loro e non trovano una controparte che li ferma (leggasi liquidità). Il tutto esacerbato dal fatto che i quotatori mettono e tolgono le proposte senza esprimere una reale volontà di acquisto e/o di vendita.
La volatilità rimane sotto controllo: dopo un tentativo di rialzo fino a 18 punti nel mese di agosto è tornata subito nei ranghi in area 14. Al momento quindi tutto pare sotto controllo sui mercati e sembra che la fase di correzione in atto sia dovuta più alla mancanza di compratori che a venditori veri: il rialzo di luglio è stato frutto della chiusura di molti short da parte degli hedge dopo un 2022 disastroso. Adesso che quelle posizioni short sono state chiuse è evidente che non c'è più liquidità fresca che entra e questo a mio modo di vedere pone le basi di un mercato che è salito su fondamenta d'argilla.Aggiungo poi che c'è un continuo drenaggio di liquidità da parte delle banche centrali e questo è estremamente pericoloso (per chi non lo ricordasse l'espansione del bilancio della Federal Reserve è stato uno dei principali motivi che hanno permesso di cogliere i minimi del periodo Covid: più soldi immessi nell'economia significano più soldi da spendere così le aziende producono di più e il sistema gira più velocemente).
Se al drenaggio di liquidità aggiungiamo il fatto che alti tassi di interesse permettono valide alternative di investimento all'azionario con rischi minori (bonds anche su scadenze medio brevi) capite bene il mio scetticismo sull'essere investiti in azioni.
Di seguito i grafici di S&P500 e VIX al di sotto dei quali trovate il balance sheet della Federal Reserve.
Fronte watchlist....
Come ho scritto precedentemente uno dei grossi problemi che riscontro anche nel breve termine è l'erraticità dei movimenti dovuta all'assenza di liquidità o se preferite alla mancanza di un flusso continuo di denaro (in acquisto oppure in vendita). Nella passata ottava ho analizzato le azioni ItWay dopo il rialzo a doppia cifra di venerdì. Se ben ricordate (link articolo: https://www.lombardreport.com/2023/9/2/azioni-itway/) l'area da bucare era posta a 1.96 (che tra l'altro è stato ESATTAMENTE il massimo settimanale). L'area su cui pensare ad acquisti "scaglionati e modici" era nella mia testa collocata tra 1.78 e 1.85. Osservando il grafico a 30 minuti notate come 1.85 sia stato un ottimo supporto per almeno due giorni di questa settimana (lunedì e martedì ma parzialmente anche mercoledì), poi c'è stato il breakout fino alla seconda base a 1.75 (minimo settimanale a 1.71 euro in spike). Sempre sul chart a 30 minuti si osserva come l'area a 1.74 euro abbia contenuto la discesa con una chiusura settimanale a 1.77. Stop sempre valido in chiusura di seduta sotto 1.70. Un ritorno sopra 1.85 può permettere di pensare ad un ulteriore allungo sopra 1.96. Di certo al momento il mercato non ha aiutato.
Precedentemente ho scritto della riduzione generalizzata della liquidità. Sul nostro mercato la situazione è a dir poco drammatica. A titolo di esempio guardate questa tabella parziale che fa vedere le performances di molti titoli che conosciamo (la tabella completa la trovate al seguente link: https://www.soldionline.it/quotazioni/borsa-italiana/classifiche/peggiori-inizio-anno/). Alcune si sono certamente affidate agli strozzini che prestano soldi e vogliono azioni a super sconto che poi rivendono sul mercato e provocano un tracollo dei titoli (alla trasmissione Report avevano evidenziato il problema). Altre società tuttavia sono ottime realtà di nicchia e nonostante questo sono solo scese. Come potete ben capire, una cosa sono gli indici delle small caps, un'altra quelli principali: abbiamo due realtà completamente diverse.
Abbiamo anche azioni che sono state collocate pochissimi mesi fa e sono solo scese perdendo anche il 30-40%. Si vende e basta, talvolta ai blocchi. Molto probabilmente i fondi stanno avendo riscatti oppure sono troppo pesati e sistemano il portafoglio per le scadenze. Poi se all'interno della società compaiono nomi fantasmagorici come Negma o Atlas (che non è Ufo Robot) io ne sto lontano anni luce. Con i PIR che sono un lontano ricordo di gioventù, il punto è: quali sono i nuovi attori che garantiscono linfa? E la risposta è immediata: NESSUNO. In questo contesto certamente prima o poi ci saranno delle OPA su alcuni di questi titoli, ma il problema è quando, perché nel frattempo i titoli scendono solo e a doppia cifra non decimale (abbiamo dei bei -20% o -30%)
E' come se avessimo un mazzo di carte: sappiamo che ci sono due Jolly su 40. Se quei due Jolly ci fanno guadagnare mediamente il 30% grazie ad un'OPA il problema è che perdiamo comunque molto di più su tutte le restanti 38 carte del mazzo.
Se il mercato non offre nulla, c'è un comportamento che ho notato verificarsi spesso su titoli oggetto di notizia, almeno in questa fase. Vediamolo subito.
Ci sono state alcune notizie societarie, più o meno importanti. La prima riguarda l'intenzione di Unipol di aumentare la propria quota in Banca Popolare di Sondrio. Poi abbiamo avuto i risultati di Tod's ed infine Saipem ha vinto un contratto. Osserviamo dunque un comportamento piuttosto ricorrente di questi titoli: tutti quanti hanno avuto una caratteristica in comune, ovvero il fatto di avere avuto un gap up più o meno pronunciato in fase di apertura ed un ritracciamento successivo. Ed è proprio il ritracciamento successivo che può permettere di effettuare qualche trade di breve termine.
Banca Popolare di Sondrio ad esempio martedì aveva chiuso la seduta a 4.266 euro ed il giorno dopo l'open è stato a 4.484 euro (+5%). Osservando sia il grafico daily che quello a 30 minuti notiamo come l'azione sia riuscita ad azzerare i guadagni delle prime due ore di negoziazione piombando fino ai massimi del giorno prima o poco sotto. Da quel punto c'è poi stato il rimbalzo.
Altro caso altra corsa: Tod's. Il mercato inizialmente ha preso bene i risultati e l'azione ha aperto in rialzo del 5.5% circa. I software di negoziazione che hanno "pompato" artificialmente le quotazioni nella fase iniziale hanno picchiato subito il denaro che hanno trovato sul mercato facendo azzerare i guadagni nei primi 20 minuti di negoziazione. Anche in questo caso il titolo ha trovato una barriera a ridosso dei massimi del giorno prima in area 38.60 ma, a differenza del precedente su Sondrio, la volatilità iniziale ha permesso un affondo fino a 38 euro e poi il rimbalzo corposo fino a tornare al punto di partenza. Personalmente ho sfruttato questa situazione con un buy a 38.02 ma purtroppo sono uscito bene seppur troppo presto dal trade.
Infine Saipem venerdì: apertura in gap up (+2%) e test dei massimi del giorno precedente (1.4933 euro) la cui rottura dopo circa un'ora ha portato ad una discesa successiva verso il close del giorno precedente (area 1.475) e poi l'azione è risalita nel primo pomeriggio. In questo caso però sono stato a guardare e non ho operato.
Personalmente ho una mia teoria riguardante questo comportamento che per ora si sta verificando. E' vero che i quotatori creano turbativa di mercato e muovono il book alla ricerca della poca liquidità rimasta, ma certi punti di swing si basano anche su numeri e dati certi. Uno di questi dati è costituito dai volumi transati nella chiusura precedente. Come ho mostrato inizialmente il 20% del transato viene fatto in chiusura e quindi quella sarà una possibile linea Maginot da non varcare nella seduta successiva: un possibile supporto come nei casi descritti in precedenza oppure una possibile resistenza di breve in caso di gap down, almeno per la seduta corrente.
Per oggi è tutto. Buona settimana e buon trading.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)