un quadro molto difficile


Salve a tutti,

siamo ormai di fronte da alcune settimane ad uno dei mercati più impegnativi che io ricordi (dal 1999 ad oggi).  La situazione globale (a parte poche eccezioni) è fortemente orientata al ribasso, ma ciò nonostante assistiamo spesso a forti strappi rialzisti, quasi certamente orchestrati ad arte per disorientare gli investitori privati.

 

Vendere volatilità, per quanto essa sia elevata in questo momento, è un rischio non indifferente, visto e considerato che se la situazione internazionale dovesse prendere davvero una brutta piega l'esplosione ulteriore conseguente negli indici di volatilità implicita sarebbe spaventosa.

 

L'unica strategia logica ora – in funzione del quadro economico generale – sarebbe vendere opzioni call per finanziare l'acquisto di opzioni put a lunga scadenza.  Ma che succederà dopo il 2 agosto quando l'America annuncerà una – inevitabile – raggiunta soluzione della crisi?

 

Ci troveremo magari di fronte ad un rally costruito su un castello di carte destinato comunque a crollare prima o poi, ma le reazioni dei mercati nell'immediato potrebbero essere davvero imprevedibili.

 

Trovarsi con posizioni aperte in un mese come quello di agosto, con volumi tipicamente più sottili della media, e il rischio di strappi rialzisti pilotati ad arte alternati a più che ovvi affondi ribassisti rende allo stesso tempo altamente sconsigliabile sia la vendita di call che quella di put.

 

La regola dello stop loss vale per le posizioni in opzioni come per qualsiasi posizione di investimento e in una fase come questa gli stop larghi che si consiglierebbero per una posizione azionaria possono portare risultati devastanti nel trading in opzioni, dove una impennata di volatilità conseguente ad una accelerazione di movimento può far lievitare i prezzi in modo impressionante.

 

La già elevata volatilità implicita un po' su tutte le scadenze rende altresì difficile l'implementazione di spread verticali, poichè l'efficienza dei prezzi (è marcata sul lato call, figuriamoci sul lato put) rende il rapporto rischio-rendimento generalmente poco attraente.

 

Né mi sento d'altro canto – in questa rubrica, che ha, tra gli altri, l'obiettivo di tenere basso il numero di operazioni - di consigliare posizioni di acquisto puro, che andrebbero monitorate strettamente per chiuderle tempestivamente al verificarsi di condizioni che andrebbero riviste pressoché ogni giorno in questa fase di mercato.

 

Scommettere (non c'è termine più appropriato in questo momento) su una direzione precisa del mercato entro una data precisa sulla base del sentiment su come potranno evolvere le varie situazioni di crisi è una sciocchezza tipica dei principianti.

 

Il mio consiglio spassionato è di restare fermi fino alla seconda metà di agosto, quando gli effetti immediati della quasi certamente effimera soluzione della crisi americana si saranno stemperati e si potrà forse delineare un quadro ben chiaro di medio periodo. 

 

Nel frattempo porterò avanti almeno un po' l'attività didattica che avevo intrapreso in inverno.

 

Buon lavoro a tutti.

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