Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci


Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci  

European Zone_ Ottobtre 2018

European Zone è un’estensione periodica della rubrica Piano Bar di Virginio Frigieri volta ad offrire un focus sull'Europa, che normalmente non viene trattata negli appuntamenti settimanali. 

Previsioni di Borsa : il punto sui Mercati Azionari

Come anticipato nel report di domenica scorsa c’è un rischio significativo che nelle prossime settimane da qua a Natale/Gennaio i mercati azionari europei vadano incontro ad un calo/crollo delle quotazioni molto sensibile. Neanche a fare apposta la rumba è partita subito!.

I principali indici azionari europei continuano infatti a tracciare le prime sub-onde all'interno di un mercato orso di grandi dimensioni. Una configurazione tecnica a breve termine ribassista è particolarmente convincente nell'indice DAX tedesco. Gli investitori rimangono euforici verso le azioni come sempre, ma la sottile debolezza del settore degli hedge fund e le complete manifestazioni di controtendenza nel settore europeo della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni tradiscono la salute generale calante del mercato. Col tempo, la crescente avversione al rischio degli investitori metterà in moto la progressiva fuga dai mercati. Il costo della crisi finanziaria del 2008 è stato pari a circa 300 miliardi di sterline e la maggior parte della gente crede che il peggio sia passato!. Ma dal momento che l'economia inizierà il prossimo mercato orso con livelli di debito complessivo molto più elevati del 2008, il danno economico che ne scaturirà dovrebbe rompere ogni record dei secoli addietro!.

Il decimo anniversario della crisi finanziaria del 2008 spinge i media a una parata di ricordi, retrospettive, lezioni apprese, e opinioni su come prevenire la prossima crisi.

Lo scorso 11 settembre il britannico The Guardian titolava: “Lehman Brothers went bust 10 years ago – Can it happen again?”  (Lehman Brothers è fallita 10 anni fa – può succedere ancora?) e nell’articolo ci si chiedeva in caso di risposta affermativa quale potrebbe essere la causa scatenante. Secondo gli analisti di EWI la domanda è inutile in quanto è la montagna del debito che sostiene ogni altro settore della mania, per cui da dove inizia il patatrac è del tutto irrilevante; la prossima implosione finanziaria potrebbe innescarsi da qualsiasi settore carico di debito, compresi i mercati emergenti, le quote tecnologiche, le spedizioni e la produzione oppure da una delle diverse banche europee ancora in bilico. Il problema è che da qualunque parte arrivi, sarà come accendere una miccia che risveglierà immediatamente gli umori negativi, accrescerà l’avversione al rischio degli investitori e il panico rimbalzerà di nuovo da un prodotto finanziario non correlato a un altro, poi le autorità tenteranno, ancora una volta inutilmente, di contenere il contagio, e tutta la catena si snoderà verso le porte delle istituzioni finanziarie apparentemente più sicure al mondo. Come se non bastasse i risparmiatori e gli investitori dimenticano in fretta per cui, quasi tutti i prodotti finanziari che sembravano morti dopo la crisi del 2008, sono stati rimessi in piedi e hanno ripreso camminare come prima e in certi casi più di prima. Ad esempio i gestori di denaro stanno accumulando prestiti con la leva finanziaria e titoli garantiti da debito dei consumatori piuttosto che da ipoteche, per non parlare dei CDO che pur incolpati da molti di aver innescato il tracollo finanziario ed economico del 2008 sono tornati in auge.

Come spiega Bloomberg su un articolo del 17 settembre scorso, molti di questi prodotti del passato, sono oggi anche più abbondanti di quanto non fossero un decennio fa. Le nuove emissioni di obbligazioni di prestito collateralizzato (CLO) segnerà un nuovo record  quest’anno, così come i titoli garantiti da attività (ABS) comprendenti prestiti auto subprime. Insomma contrariamente al gregge degli “esperti” che continuano a chiedersi “se” possa accadere un’altra crisi, noi crediamo che bisognerebbe chiedersi “quando” avverrà la prossima crisi, “quanto” durerà e “quali” prodotti finanziari andrà a colpire più duramente.

Analisi con le Onde di Elliott

Il grafico sottostante riporta l’indice FTSE 100 che dal 22 maggio 2018 continua a suddividersi come probabile impulso. Nella parte a sinistra vediamo come si sono sviluppate le ultime onde che hanno portato al massimo storico, mentre nella parte destra dopo il massimo vediamo lo sviluppo delle onde 1 e 2 completato e l’onda 3 in evoluzione. Temo che assisteremo ad un’accelerazione al ribasso drammatica in questi mesi autunnali.

Nel frattempo, nemmeno il Dax se la ride molto , visto che anche la sua configurazione è tecnicamente molto ribassista.

Nel primo grafico su scala settimanale mostriamo il completamento dell’onda di grado cycle “b”.

Nel prossimo grafico zommiamo sull’onda [C] di grado Primario che ha terminato la b e vediamo che è in fase di completamento un testa spalle ribassista che appena rotta la trendline porterà definitivamente l’indice tedesco nel prossimo mercato ribassista di lungo termine. Il primo target o target minimo del testa e spalle vale mal contati 1500 punti ma quel che è certo è che non finirà lì.

Psicologia dei Mercati

Dicevamo prima che molti prodotti finanziari inizialmente defunti nel tempo hanno superato le loro cime pre-crisi, ma come rivela un articolo interessante di Bloomberg del 11 settembre scorso, l’industria che li ha spacciati principalmente ha continuato a scivolare in discesa. La figura sottostante mostra i dodici principali hedge fund del mondo; i rettangolini blu piccoli rappresentano gli attivi correnti in gestione mentre quelli grandi bianchi il picco di attività in gestione con riportato l’anno e il valore.

I fuochi d’artificio degli  anni passati, come si vede si sono ridimensionati parecchio, e secondo gli autori dell’articolo gli afflussi di fondi sono inesistenti e il numero di startup è ritornato a livelli che non si vedevano da vent’anni. E’ ancora interessante notare che undici di questi dodici fondi hedge hanno visto il loro picco di attività dopo il 2011, mentre cinque di loro hanno registrato picchi di attività nel 2015. Questo ci fa capire che gli investitori hanno investito denaro nel settore molto tempo dopo la crisi finanziaria e i mercati si sono completamente ripresi con la maggior parte dei prelievi verificatesi negli ultimi tre anni. Questo comportamento è un perfetto esempio dell’investimento passivo che i mercati in fase rialzista avanzata producono. In altre parole le azioni in perpetuo aumento producono un senso di compiacimento così profondo che gli investitori rinunciano alla gestione professionale in favore di quella che la rivista Forbes chiama strategia di investimento “imposta e dimentica”. Il guaio è che la storia dimostra che una volta impostata, gli investitori di solito la dimenticano molto tempo dopo che un mercato orso ha fatto il suo mestiere.

Come dicevamo il mese scorso la spinta degli investitori  verso titoli ad alto beta e la divergenza che abbiamo mostrato tra l’EuroStoxx50 e l’indice StoxxEU Enlarged 15 che replica l’andamento delle azioni dei 12 paesi entrati nella UE nel 2004 sono tutti segnali di un mercato che ha raggiunto un topping importante e sta per cedere il passo ad un orso di portata storica.

Anche l’analisi settoriale non migliora lo scenario. Il grafico sottostante analizza tre settori dell’EuroStoxx600: Tecnologici, Media e Telecomunicazioni. Questi tre settori che dovrebbero essere trainanti sono lontani anni luce dai loro massimi storici del 2000; Il settore dei tecnologici che è quello che si è comportato meglio ha giusto recuperato un misero 38,2% della gamba ribassista che ha seguito il crollo dal top del 2000. Gli altri a malapena si attestano attorno al 23,4%. Considerando che sono passati 18 anni, il risultato è veramente desolante.

Ancora più interessante il grafico pubblicato da Bank of America Merrill Lynch che trovate sotto.

La Chart posiziona i settori dell’indice Europeo in quattro quadranti: il primo in basso a sinistra contiene i settori sottovalutati e sotto pesati dai gestori di fondi europei, procedendo i senso orario in alto a sinistra vedete i settori sotto pesati e sopravalutati; in alto a destra i settori sovra pesati e sopravalutati e in basso a destra i settori sottovalutati e sovra pesati. Orbene ad agosto il settore tecnologico è risultato fra tutti il più sovra pesato e il più sopra valutato con un 27% dei gestori che dichiara che starà sovra pesato nei prossimi 12 mesi. Quindi nonostante gli esperti capiscano che il settore è criticamente sopravalutato hanno comunque in programma di caricare comunque gli stock tecnologici. Questo è di nuovo un classico esempio del comportamento che domina i rally in fase avanzata. Con l’arrivo dell’orso il ritorno alla normalità del settore tecnologico sarà rapido e improvviso.

Ci sono poi una serie di indicatori “esoterici” di sentiment che indicano nuovi estremi. Per non tenerla troppo lunga mostrerò solo un grafico pubblicato questo mese da Brian Wihtmer sull’European Financial  Forecast di Elliott Wave International.

Il grafico rappresenta l’andamento del costo medio di un matrimonio britannico: in termini di psicologia sociale, spendere sontuosamente sui matrimoni è una versione più drammatica e più costosa della pazzia verso la corsa a ristoranti costosi sui quali pure registriamo una certa frenata. Dal 2012 al 2017 il numero di pub e bar nel Regno Unito è sceso da 56.515 a 50.666 e il numero delle chiusure che dal 2012 al 2015 era sempre sceso, ha ripreso a salire attestandosi a 1806 alla fine del 2017. Nel 1998 durante il bull market che avrebbe portato ai massimi del 2000, i ristoranti erano diventati un punto focale per esprimere l’umore sociale durante il bull market perché quando le persone si sentono bene, amano uscire, essere visti, mangiare bene e bere socialmente. In entrambi i comportamenti (mangiare bene e fare matrimoni costosi) costituiscono un’indulgenza che i consumatori possono facilmente eliminare dal loro budget quando cambiano le circostanze finanziarie. In questo senso l’industria dei ristoranti come il settore di attività legate ai matrimoni, possono segnalare velocemente cambiamenti più lenti che alla fine sfoceranno nell’economia in generale. I numeri che abbiamo citato sopra non rappresentano casi isolati di cattiva gestione, ma qualcosa di più grande che è in atto. La catena di hamburger Byron nel regno unito ha dato il via alla crisi dell’anno annunciando a gennaio, la chiusura di un terzo dei suoi ristoranti e la stipula di un accordo volontario aziendale o CVA. Si tratta di accordi che permettono alle imprese di pagare i loro debiti su periodi di tempo più lunghi con l’obiettivo di prevenire la bancarotta completa. Il ristorante italiano del celebre chef Jamie Oliver a febbraio si è accodato annunciando la chiusura di 12 ristoranti a Londra. Poi a Marzo la crisi da pranzo ha colpito Carluccio’s mentre il ristorante all’aperto annunciò che avrebbe esplorato opzioni di ristrutturazione.   

Tornando al grafico sopra il balzo dalle 26.989£ del 2016 alle 30.355£ del 2017 (un salto di oltre il 12%) da l’impressione di un settore ancora in piena espansione. Anche partendo dal 2008 si vede facilmente una crescita attorno al 50%. Ma un operatore del settore a Hedsor, ha spiegato che in realtà il salto di quest’anno non è dovuto all’aumento dei prezzi, ma piuttosto ad una crescente pressione per tenere il passo con i proverbiali “Jones”. Le aspettative sono aumentate e i fornitori cercano di stare al passo con quelle. Quest’anno l’app per la pianificazione del matrimonio Bridebook.co.uk ha coniato il termine “iper-personalizzazione” per descrivere i matrimoni moderni, poiché l’industria abbraccia un nuovo approccio personalizzato ai matrimoni. Le vecchie convenzioni sono un ricordo del passato, ed oggi le cerimonie coinvolgono sempre di più gli animali domestici e le coppie che scrivono i propri voti. Insomma i matrimoni sono tutto merito del celebrarsi come coppia, non essere legati a tradizioni che non sono importanti per loro. Secondo Bridebook, quasi un quarto delle spose ora tiene discorsi nel loro grande giorno e l’ultima tendenza vede un gioco emergente contro la tecnologia. Nonostante l’ubiquità dei social media, circa un terzo delle coppie ora chiede ai propri invitati di astenersi dal pubblicare foto e il 13% delle coppie lo bandisce completamente dalla loro cerimonia. Scompaiono anche gli Hastag del matrimonio  che coinvolge ormai solo il 25% delle coppie contro il 57% dello scorso anno, dato che ha sorpreso perfino il fondatore di Bridebook Hamish Shepard. Indipendentemente da ciò, spose e sposi attenti ai costi dovrebbero a nostro avviso attendere e rimandare le cose almeno di un altro anno, perché dopo la crisi finanziaria del 2008 le spese medie dei matrimoni sono diminuite circa del 29%. Considerato il recente rincaro dei prezzi e il più alto grado del processo di picco attuale del mercato azionario, il prossimo calo sarà quasi certamente di dimensioni molto più grandi.  

alla prossima.

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