Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci


Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci

Piano Bar di Virginio Frigieri                                                                                            07/10/2018

Materie prime, obbligazioni, immobili e mercati azionari che rappresentano i quattro i maggiori settori d’investimento sono accomunati da un mercato orso di grado elevato che in alcuni settori è già molto maturo, in altri si sta sviluppando in altri ancora è imminente. Dato che Ottobre a torto o a ragione non ha la fama di essere un mese generoso con le borse oggi amplieremo il report andando a vedere come questi settori si relazionano tra loro cominciando proprio dalle Commodity.

Il mercato delle Commodity:

Durante i secoli in cui le colonie americane, prima e gli Stati Uniti dopo, avevano un sistema monetario basato sull’oro, gli speculatori ogni tanto vendevano materie prime per far diminuire i prezzi che però poco dopo sarebbero tornati ai livelli precedenti. Era una sorta di processo ciclico-laterale più che un movimento in onde, dove le materie prime non si potevano vendere alla luna dal momento che il denaro era reale e basato a sua volta su una merce. Ma nel 1933 Roosvelt e il congresso decisero che dal 1° gennaio 1934 la moneta reale sarebbe divenuta illegale, costringendo gli americani ad accettare le banconote della FED come standard per i contratti, i risparmi e il mezzo di scambio. Da quel momento in poi la FED ha espanso la base delle sue unità contabili, su cui il debito è cresciuto esponenzialmente in un periodo di implacabile inflazione. Questa transizione ha coinciso con l’inizio di un cinque onde rialzista di Elliott per le materie prime, dove gli speculatori ribassisti non riportavano più i prezzi ai livelli precedenti, ma servivano solo come correzioni in contro trend all’interno di un impulso durato 75 anni dal 1933 al 2008.

Poi è arrivato il grande mercato orso e sono 10 anni che il mercato delle commodity va al ribasso come si vede nel grafico sottostante:

E’ utile ricordare (non avendo un grafico in grado si andare tanto indietro, che ognuno dei nuovi massimi sulle materie prime tra il 1840 e il 1930, coincideva strettamente con un importante minimo dei corsi azionari in un contesto di deflazione del credito. Particolarmente interessante il periodo 1919-1933. Le materie prime raggiungono il picco nel 1919, mentre le quotazioni azionarie nel 1929. Poi entrambi raggiungono il fondo nel periodo 1932-1933. Oggi nel nostro tempo le materie prime hanno raggiunto il top nel 2008 e i mercati azionari dovrebbero raggiungere il top un decennio dopo ovvero quest’anno; poi entrambi dovrebbero collassare insieme nel 2021-2022. Ho spiegato alla fine di gennaio le motivazioni che proiettano un bottom dei mercati tra il 2021-2022 (https://www.lombardreport.com/2018/1/29/previsioni-di-borsa-37/ ). La dinamica è pressappoco questa: con l’accelerazione dell’inflazione azioni e materie prime nel complesso salgono, ma in alternanza di ondate di impulso e di correzione (ridimensionamento). Quando il tasso di inflazione rallenta le azioni continuano a salire mentre le materie prime diminuiscono; le due tendenze si manifestano in ondate fluttuanti. Poi alla fine entrambi i settori cadono mentre inizia la deflazione e l’economia si tuffa in depressione. In questo scenario oggi sulle materie prime siamo all’ultima ondata ribassista di un mercato orso iniziato 10 anni fa, e siamo prossimi ad un’ inversione al ribasso delle azioni.

Queste tendenze di lungo termine se possono avere un senso a livello socionomico non spiegano nulla a livello economico. Gli economisti vi diranno che la caduta dei prezzi delle materie prime è un segnale rialzista per l’economia, così come un massiccio taglio delle tasse e così via, perché le aziende possono acquistare le cose a minor prezzo. Questa è sicuramente vero ma dal punto di vista pratico, in un trend ribassista avviato, totalmente irrilevante. Le materie prime iniziano la loro caduta durante una pausa tra moderato ottimismo ed ultra ottimismo e le azioni si uniscono a loro quando l’ottimismo diventa prima pessimismo poi panico.

Il mercato obbligazionario  

Come per le materie prime e le valute, ma a differenza del mercato azionario, hanno seguito perfettamente il copione che avevamo disegnato oltre due anni fa. Se andate a rivedere gli articoli da fine luglio del 2016 in avanti, parlavamo di un ending diagonal concluso il quale una lunga fase ribassista per i prezzi del trentennale americano sarebbe iniziata e così è stato. Sotto vediamo su scala mensile l’ending diagonal di cui parlavo nell’estate del 2016 e cosa è successo dopo.

Nei prossimi anni il rendimento dei Buoni del Tesoro aumenterà sensibilmente e i prezzi delle vecchie emissioni con una vita residua ancora alta scenderanno ancora. Gli anni passati con interessi prossimi allo zero hanno spinto sempre più investitori ad accettare rischi maggiori per acquistare titoli con rating prossimi al livello di spazzatura in cambio, peraltro, di rendimenti spesso poco superiori a quello dei Buoni del Tesoro. Undici anni fa quando iniziò la crisi c’erano in giro 3.200 miliardi di obbligazioni societarie. Oggi si parla di quasi 8000 miliardi di dollari  (7.880 per l’esattezza) che è circa due volte e mezzo tanto. La qualità poi è andata diminuendo incessantemente al punto che le obbligazioni con rating BBB negli indici delle obbligazioni societarie denominate in euro ICE BofA Merril è aumentato di oltre il doppio di tutti gli altri rating messi assieme e rappresentano il 40% di tutte le obbligazioni societarie. Questo mare di debiti “deboli” è destinato a concludersi con una fuga cosmica in tempi non troppo lontani. Questi titoli con tassi di interesse appena più elevati diventeranno pesanti palle di ferro al collo dei mercati finanziari, dell’economia e dei principali debitori. Fra questi ultimi troviamo numerosi governi federali, statali e locali; e svariate aziende che hanno emesso un numero di prestiti record, e dulcis in fundo, una marea di singoli individui carichi di debiti con carte di credito, debiti ipotecari, e prestiti agli studenti. I debiti non pagati finiranno per rivelarsi rovinosi per i creditori che hanno avidamente prestato i loro soldi a questi mutuatari senza speranza, per un premio di rischio inadeguato. Gli investitori professionali, compresi i gestori di fondi pensione, i gestori patrimoniali e le compagnie assicurative, i manager delle dotazioni universitarie etc sono i maggiori responsabili dell’attuale stato di rischio del mercato del debito. Ma Wall Street vende ciò che la gente vuole e gli investitori di oggi esigono un rendimento sui libri contabili, indipendentemente dalla qualità del debito. 

Il mercato immobiliare

Gli immobili tendono a raggiungere il massimo prima della azioni. Nel 1926 i prezzi degli immobili raggiunsero il loro top e le azioni arrivarono tre anni dopo. Nel 2006 gli immobili hanno realizzato i loro massimi e le azioni sono arrivate un anno dopo. Anche nel ciclo attuale i prezzi degli immobili hanno completato il loro percorso e quello delle azioni si appresta a farlo.

LasVegas, San Francisco, e Seattle erano in pieno boom come se le proprietà fossero bitcoin, ma quei boom alla fine sono finiti quando hanno cominciato ad emergere delle crepe nella struttura dei prezzi.

Come titolava la CNBC il 20 settembre scorso, “I venditori di case tagliano i prezzi, in particolare in California”.

Dopo tre anni di impennata dei prezzi delle case, il mercato immobiliare statunitense comincia a raffreddarsi.  I venditori di case stanno tagliando i prezzi al tasso più alto degli ultimi otto anni, specialmente nella parte occidentale degli Stati Uniti dove i guadagni erano più alti. Secondo la società di intermediazioni immobiliare Redfin, nelle quattro settimane tra ferragosto e metà settembre,più di un quarto delle case in vendita ha subito un taglio dei prezzi e secondo l’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari per la prima volta negli ultimi tre anni, il numero di abitazioni messe in vendita è aumentato nel mese di Agosto.

"Dopo anni di forte crescita dei prezzi e di intensa competizione per le case, gli acquirenti stanno ora approfittando della pressione di allentamento del mercato per essere più  selettivi su quali case offrire e quanto in alto posizionare le offerte", ha detto Taylor Marr, economista senior di Redfin, in un comunicato. Ci sono alcuni primi segnali di un mercato in calo, e incremento dei tagli di prezzo potrebbe essere un altro indicatore del fatto che i venditori hanno ed avranno problemi ad ottenere i prezzi, che potevano ottenere soltanto alcuni  mesi fa.
Secondo la California Association of Realtors, in California, dove i guadagni sui prezzi di vendita delle  case erano a due cifre, le quotazioni attive erano del 17% più alte ad agosto di questa’anno rispetto ad agosto del 2017, e le vendite sono scese al  ritmo più lento in due anni. I prezzi delle case fino a pochi mesi fa salivano ancora del 5,5% all’anno,  ma questo è in netto calo rispetto ai precedenti guadagni e il numero medio di giorni necessari per vendere una casa è salito da 18 a 21.

Il 21 settembre (il giorno dopo) Bloomberg rincara la dose affermando che sta accadendo anche sulla costa orientale. NYC Home Sellers Cutting Prices Like It’s 2009” è il titolo di Bloomberg (I venditori di case di New York tagliano i prezzi come se fosse il 2009)

I venditori di case di New York, stanchi di aspettare gli acquirenti hanno tagliato i prezzi su quasi 800 annunci in una sola settimana (il massimo da almeno 12 anni).

Per l’esattezza nella settimana fino al 9 settembre c’erano 744 case a Manhattan, Brooklin, e Queens che hanno ottenuto un taglio dei prezzi che rappresenta il massimo settimanale dal 2006 ad oggi. Il precedente record settimanale risaliva a marzo 2009 con 713 proprietà ridotte di prezzo. Nella stessa settimana di Settembre a Manhattan sono state 662 le abitazioni che hanno ridotto i prezzi che è il terzo valore più alto nei dati di Street Easy. Grant long di Street Easy ha poi affermato : “Siamo in un periodo, nel mercato delle vendite in cui i venditori sono stati incredibilmente ambiziosi con i prezzi che stanno chiedendo. Devono scendere e portare i prezzi dove esiste effettivamente la domanda.” Si consideri che: la Città di New York beneficia delle attività di Wall Street,  e il Dow ha recentemente  colpito un nuovo massimo storico. Ma il settore immobiliare sta calando anticipando come al solito i mercati azionari. La figura sottostante mostra i prezzi  fuori controllo nella zona della baia di San Francisco che proprio ora si prepara a invertire come accadde alle proprietà immobiliari di Toronto.

Il mercato Azionario

Il mercato azionario complessivo, rappresentato dall’indice Composite New York Stock Exchange, ha registrato il suo massimo storico a gennaio come il Dow Jones industrial Average. Molti osservatori hanno definito la crescita dal 2009 “il mercato rialzista più lungo mai registrato” e l’azione laterale post gennaio “la più lunga correzione mai registrata”. Personalmente credo ancora che per il NYSE non si tratti più di un “mercato rialzista+ correzione” ma di un nuovo mercato orso che si sta prendendo il suo tempo per andare avanti. La attuale fase laterale, è molto simile alla fase distributiva avvenuta dopo il top di Marzo 2000 che durò fino a novembre. Certamente l’azione di borsa negli ultimi mesi è stata piuttosto fastidiosa e contrastata. Mentre il più ampio Nyse resta a tutt’oggi ben al di sotto dei  massimi di gennaio,  il Nasdaq 100 ha messo a segno una serie di nuovi massimi fino al 30 di agosto, il giorno successivo 31 agosto il Russell 2000 raggiunge il suo top e da lì inizia il suo declino; il Nasdaq 100 ritocca ancora i suoi massimi il 1° ottobre. Il Dow Jones impiega fino al 20 settembre per romper il massimo di gennaio, ma se si prende il cosidetto Dow inflaxion adjusted (Dow/PPI) si vede che esso rimae ancora sotto ai massimi di gennaio per cui è solo una unità monetaria depotenziata che ha consentito al Dow nominale di rivendicare un nuovo massimo. Un altro fattore che ha convinto poco è l’Advance/Deline Ratio; durante tutto il rally che dal 10 al 21 settembre ha portato il Dow a rompere il massimo di gennaio, l’A/D non è andato oltre un 1,17 che è piuttosto deludente col a sola eccezione del 20 settembre dove l’A/D ha sfiorato quota 2.

Questo non presuppone che i mercati prima di calare definitivamente non possano infilare ancora qualche nuovo massimo che seguiremo e commenteremo qua, tuttavia le probabilità di un consistente calo nei prossimi mesi è tutt’altro che improbabile. Ottobre è appena iniziato, e sappiamo che è un mese che non gode di buona reputazione sui mercati azionari. Gli investitori in materie prime, obbligazioni, azioni e proprietà immobiliari hanno portato questi settori in una situazione che nella vita media di un uomo si vedono molto raramente per cui se decidete di restare investiti fatelo con estrema cautela perché non è stagione per colpi di testa. La situazione è altrettanto critica sui mercati europei di cui parleremo sul prossimo European Zone.

Previsioni di Borsa : Indici Azionari USA

Sul Nasdaq Composite iniziano a saltare i supporti al toro. Restano come ultimi baluardi il minimo di onda (a) di [iv] sulla soglia psicologica dei 7600 punti e la media esponenziale a 200gg.

Previsioni di Borsa : Bond USA, rendimenti e prezzi

Come da copione scritto due anni fa prosegue il mercato orso sui prezzi del trentennale Americano.

Previsioni di Borsa : Dollar Index e EUR/USD

Se il Dollar Index ha effettivamente terminato l’onda 2 dove l’abbiamo etichettata, i prezzi dovrebbero far fuori in breve tempo il massimo di onda 1 a conferma che la 3 sta facendo il suo mestiere. Se invece i prezzi dovessero ripiegare allora significherebbe solamente che l’onda 2 non era conclusa e manca l’onda [c]. E’ solo una questione di tempi che non cambia nulla sullo scenario generale che porterà il Dollaro sopra quota 104.

Discorso identico in senso contrario per l’EURO/DOLLARO.

Previsioni di Borsa : Oro e Argento

L’oro continua ad abbracciare il livello dei 1.200 e finché non schioda da lì non c’è nulla da aggiungere ai due scenari possibili descritti nelle scorse settimane. L’argento continua a mostrarsi più vivace e se rimane sopra 14,13 è probabile che vedremo ulteriori strappate al rialzo.

alla prossima

Note:

La Bibbia delle Onde di Elliott è a questo link:

http://www.tradinglibrary.it/scheda-libro/frost-a-j-prechter-robert-r-jr/la-teoria-delle-onde-di-elliott-9788888253213-135907.html

La nomenclatura dei vari gradi d’onda è riportata sotto: le onde “cerchiate” della nomenclatura originale di Elliott sono rappresentate per una questione di praticità racchiuse tra parentesi quadre.