Barometro del rischio: i dati sono sempre più contradditori


I rendimenti obbligazionari crescono e negli Usa superano gli yield da dividendi azionari. Ma il sentiment è positivo. Vicini al cosiddetto picco di euforia? Forse no.

Cedole & dividendi

Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili solo per gli abbonati.

L’avete presente la cosiddetta curva di sentiment degli investitori in rapporto ai cicli di mercato? Tutto sta qui. Si è ancora nella fase cosiddetta di salita dall’ottimismo verso l’euforia o si è già nell’euforia? Alcuni numeri dicono che si è arrivati e altri invece lo smentiscono. Oggi analizziamo tanti dati, salvo quelli della volatilità, che richiederebbero da soli un’indagine iper approfondita. Il tonfo comunque dei mercati dello scorso lunedì 5 febbraio sembra quasi dimenticato e alcuni indicatori in effetti ne hanno risentito poco. Ma altri invece restano sullo stato d’allerta.

Indicatore

Valore attuale

Valore 21/1/2018

Risk off/on

Commento

Yield Treasury 10 anni

2,87%

2,66%

Risk on ma…

Ormai è lui il punto di riferimento. Il motivo è noto: se superasse l’earnings yield, cioè il rapporto tra utili degli ultimi 12 mesi e la quotazione dell’S&P 500, il mercato Usa svolterebbe dall’azionario all’obbligazionario. L’attuale rapporto è del 3,82%, ma nel confronto viene depurato di solito di un 15%. Va valutato quindi in un 3,25% e – arrotondato – si può indicare in un 3,3%. Visto che il Treasury è al 2,9% la distanza si sta sempre più assottigliando

Yield Treasury 2 anni e S&P 500 dividend yield

2,194% contro 1,79%%

2,07%

contro

1,85%

Risk off

Il primo conferma il superamento del secondo e ciò non avveniva da dieci anni. Il confronto costituisce motivo di forte incertezza, perché esporsi sul debito Usa a 2 anni (rischio basso) rende ormai di più del ritorno da dividendi dell’azionario (rischio alto)

10-2 Year Usa Treasury Yield Spread

0,71%

0,57%

Risk on

La differenza di rendimento tende ad allontanarsi dal livello critico dello 0,50% ed è un sintomo favorevole

Inflazione Usa

2,07%

2,1%

Risk on ma…

Qui si avverte la totale incertezza. Il dato di gennaio è tutto sommato sotto controllo ma aumentano le probabilità che si superi nel corso dell’anno l’obiettivo del 2% da parte Fed. Per Pictet Asset Management “l’inflazione non è morta. Ha solo dormito per un po’”

Tasso crescita Pil Usa

2,6%

3,2%

Risk on

La concatenazione dei dati si conferma: la discesa dell’ultimo trimestre 2017 è stata anticipata dalla curva dei tassi, che era precipitata poco sopra lo 0,50% di spread. Il Pil avanza ma meno rispetto al passato

Inflation Adjusted S&P 500 Usa

(valore dell’indice in termini reali, cioè corretto in base all’inflazione)

2.729 pb

2.675 pb

Risk off

Continua a salire e di tutti questi numeri appare il più preoccupante, perché la recente correzione è stata come una goccia d’acqua in un deserto: scomparsa nell’arco di un secondo

Bofa Usa High Yield Bonds

(rendimento)

6,21%

5,75%

Risk off

Netta la correzione dell’obbligazionario a maggiore rischiosità, l’asset che sembra più toccato dal rimbalzo dei Treasuries

S&P Global Developed Sovereign Inflation-Linked

Bond Index

313,0

316,5

Risk on

L’indice dei bond “inflation linked” nei Paesi sviluppati cala un po’, sotto la pressione del trend rialzista dei tassi di mercato

Dollar Index

89,0

90,5

Risk off

Scende sotto quota 90 per la seconda volta da inizio febbraio. L’eccessiva debolezza del biglietto verde potrebbe accentuare guerre valutarie su vari fronti

Usd/Jpy

(cross fra dollaro e yen)

106,2

110,7

Risk off

Inevitabile l’effetto sul cambio più monitorato dagli economisti. E’ ai minimi da un anno e si muove verso quota 100, varco psicologico che condiziona molto i mercati

Investor Usa sentiment

(indagine weekly di percezione degli investitori Usa)

48,5%

54,1%

Risk on ma…

I “bullish” sono ormai 10 punti sopra la media storica. Il sentiment resta iper positivo e la crisi di inizio febbraio appare come una semplice correzione. Attenzione però: quando il valore sale troppo c’è da preoccuparsi. Nell’ultima settimana la percentuale dei rialzisti è rimbalzata dell’11,5%

Bund

(rendimento)

0,70%

0,57%

Risk on

I mercati vendono ma Draghi continua nella sua pervicace difesa dei tassi a zero. O sbagliano i primi o sbaglia lui. Le indiscrezioni di ieri, che lo verrebbero candidato premier in Italia da parte di Berlusconi (con la benedizione della Germania), potrebbero giustificare il suo atteggiamento

Yield Bund 2 anni e Dax dividend yield

Negativo 0,50% contro positivo

2,23%

//

Risk on

Qui il quadro è molto più tranquillo, anche perché la politica dei tassi adottata dalla Bce si traduce ancora in rendimenti negativi nella parte corta della curva

Tassi negativi Bund

Fino al 4 anni

Fino al 7 anni

Risk on

Il 5 anni è tornato positivo solo nei giorni scorsi

Tasso crescita Pil area euro

+2,7%

+2,8%

Risk on

L’ultimo dato trimestrale è del +0,6%, praticamente allineato ai trimestri precedenti. Su base annuale si è appunto sul +2,7%, buono ma non eccellente

Inflazione area euro

1,3%

1,4%

Risk on, ma…

C’è chi comincia a dubitare della correttezza delle rilevazioni, perché il costo della vita sta salendo, complici vari fattori. In realtà le metodologie di calcolo non collimano, poiché sul rialzo del costo della vita incide una speculazione sempre più accanita, di cui i rilevatori non possono realisticamente tenere conto

Ifo Germania

(indice di fiducia delle aziende)

117,6

117,2

Risk on

Ancora ai massimi storici. Cosa volete di più?

Inflazione Cina

1,5%

1,8%

Risk off

E se fosse questo il dato più preoccupante? Su base mensile sta tornando a scendere in misura preoccupante

Geopolitica

Risk on

Tutti tacciono, per fortuna!

In sintesi

Risk on

9

Risk off

6

Risk on ma…

4

Le distanze si accorciano e le contraddizioni crescono. Sarà sicuramente una costante del 2018 e la volatilità in forte crescita delle ultime settimane lo conferma. Comunque – per rispondere alla domanda iniziale – il picco dell’euforia non sembra essere stato ancora raggiunto.

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