I nuovi rischi finanziari che insidiano i vostri patrimoni, piccoli o grandi che siano


E’ il tema dominante della comunicazione dell’industria del settore. Ecco allora una sintesi di cosa temono di più i gestori dei grandi capitali. La prossima domenica (lo promettiamo!) scriveremo invece solo di opportunità da cogliere.

Cedole & dividendi

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E’ quasi opinione comune fra i grandi gestori professionali che il 2018 sarà un anno diverso, caratterizzato da nuovi rischi finanziari, che in parte si aggiungeranno e in parte subentreranno a quelli di sempre. Per loro una classifica delle incognite più temute evidenzia ai primi tre posti questi fattori:

1°) Shock geopolitici, in particolare in Medio Oriente;

2°) Un forte aumento dell’inflazione, soprattutto negli Usa;

3°) Instabilità del debito cinese, con effetti sulla ripresa economica mondiale.

La politica europea e soprattutto quella di casa nostra non entra in classifica, anzi non viene quasi manco presa in considerazione. Ma se si approfondisce il tema dei nuovi rischi finanziari il quadro si fa più complesso e si vede come assuma caratteri assai articolati. Per questo motivo abbiamo riassunto il frutto di tanti colloqui in un tabellone schematico di voci magari del tutto inedite agli occhi del piccolo e medio investitore, che in un simile panorama potrebbe trovarsi come una barchetta in un mare in tempesta. Valutatele per quelle che sono, ovvero delle eventualità. Quante probabilità hanno perché si trasformino in realtà? Nella maggioranza dei casi molto basse ma…

Il rischio

Il commento

Una forte accentuazione nella divaricazione delle politiche monetarie fra Bce e Fed

E’ forse il rischio maggiore tra quelli non citati fra i primi tre. Cosa faranno Jerome Powell, nuovo numero uno della Fed, e Trump? Accentueranno i rialzi dei tassi di fronte a un probabile riscaldamento dell’inflazione? Lo scatto dei tassi di mercato oltre Oceano è in atto e va di là da ogni aspettativa. La Fed si adeguerà?

Una guerra all’interno della Bce fra normalizzatori e all’opposto fautori di una politica monetaria ancora espansiva

E’ in corso e potrebbe esplodere nei prossimi mesi. La vera domanda è: Draghi ha i giorni contati, magari con l’escamotage di un rientro in patria per guidare qualche Governo supertecnico imposto da Bruxelles? In tal caso il rialzo dei tassi partirebbe in anticipo rispetto a quanto oggi previsto. Una fine del Qe prima del prossimo settembre manderebbe comunque in crisi i mercati.

Le Banche centrali coprono forse qualche bubbone non dichiarato?

Alcuni gestori lo temono e le brutte notizie provenienti negli ultimi giorni dalla Germania, con Deutsche Bank che per il terzo anno non ha fatto profitti, riaccendono i timori che una crisi bancaria potrebbe essere targata questa volta Deutschland.

La volatilità azionaria potrebbe diventare troppo “volatile”!

Nelle ultime ore è partita all’insù relativamente all’S&P 500. Non è un male, ma quello che si teme è che diventi una variabile ingestibile, a causa di movimenti troppo rapidi e continuativi.

Il dollaro a sua volta segue la stessa strada salendo e scendendo come nel “bungee jumping”. Ciò si accentuerà nei prossimi mesi?

Questa incertezza la inseriamo al quinto posto nella lista, ma se avessimo realizzato la nostra indagine nelle ultime ore forse sarebbe al primo. Ormai in molti parlano di un possibile riapprezzamento del biglietto verde, con impatti sulle valute emergenti. Troppo rendimento arriva oggi dalle strategie valutarie e ciò potrebbe tradursi in eccessive vendite per alcune divise.

Un eccessivo riadeguamento dei rendimenti obbligazionari in breve tempo: continuerà il trend che si è visto a gennaio?

I Treasuries e il Bund hanno fatto scintille – in termini di yield – nelle ultime settimane. Si scontava un 2,7% del decennale Usa entro fine anno e uno 0,6-0,7% per quello tedesco. Questi valori sono già stati superati nell’arco di pochi giorni. Il mercato ha proprio voglia di vendere le obbligazioni in pancia. Non è che accentuerà il trend prima o nel corso dell’estate?

Troppo consensus fa male. Le voci contro dove sono finite?

Si riscontra soprattutto in ambito azionario. Gli analisti seguono la corrente e finiscono per fornire indicazioni molto simili. E’ un male, perché toglie ossigeno a chi cerca di andare controcorrente.

Puntate sulla rivoluzione tecnologica, che ribalterà i nostri stili di vita. E’ il consiglio di quasi tutti i grandi gestori. Così i portafogli vengono riempiti di fondi, Etf e azioni del comparto. E se poi qualcosa non andasse in questo senso?

E’ un po’ la conseguenza del punto precedente. L’industria della finanza non sa più cosa inventarsi per essere appetibile e avere flussi in entrata. Finisce per proporre (almeno in questa prima parte dell’anno) soprattutto prodotti sulla tecnologia, sugli stili di vita e sui bond emergenti in valute locali. Tutti sembrano unanimemente d’accordo. Un po’ di “contrarian” non farebbe male!

La crescita mondiale va bene e proseguirà. Ne siamo sicuri?

In questo caso occorre essere scaramantici. I fattori di incertezza inevitabilmente esistono ma i tre soli veri motivi di insicurezza sono nell’ordine: un attentato terroristico di dimensioni globali, un’imprevista crisi cinese e un Trump che accentua l’isolazionismo Usa. Qui si esagera! Sarebbe come consigliare di uscire da casa ogni mattina con il casco. Le tegole cadono dai tetti, ma si tratta pur sempre di rischi infinitesimali.

Trump piace e l’economia Usa riparte alla grande, convincendo gli europei che un po’ di autarchia fa bene. La voglia di imitarlo così si diffonde.

E’ un’incognita maggiore di quanto non si creda e certe tensioni presenti dei Paesi dell’est Europa lo confermano. Non chiamiamoli “populismi” (parola orrenda) ma reazione a una globalizzazione troppo veloce, che ormai nessuno sarebbe però capace di fermare.

In sintesi - Perché parlare di rischi e non di opportunità? Il quesito è corretto e inevitabile dopo tutto lo stress di queste ipotesi. Purtroppo però è più facile e scontato perdere con le incognite trasformatesi in realtà che guadagnare con le opportunità. Lo dice l’esperienza dei capelli bianchi. Un po’ di “sana” immersione nei tanti nuovi rischi finanziari è quindi opportuna. D’altra parte (credeteci) è questo il tema dominante nei tanti meeting dell’industria finanziaria. Forse un modo scaramantico per affrontare un anno che si annuncia decisivo per i risparmi di tutti noi.

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