Portafoglio azionario: aggiornamento flash !


Passo indietro, a livello politico, della possibile richiesta alla BCE di abbattimento del debito di 250 mld € oltre alla possibilità di uscire dall’area Euro, da parte della futura coalizione di governo M5S e Lega. Ciò ha riportato un minimo di calma sui mercati azionari italiani ed a livello di spread BTP-BUND la tenuta dei 150 dopo essersi portato in intraday a 158.

Molto probabilmente qualcuno avrà consigliato loro di stare attenti con le dichiarazioni in quanto ciò comporta un ulteriore innalzamento del debito nazionale dovuto a maggiori interessi passivi da pagare.

In ogni caso, pur chiudendo la seduta in positività, i listini milanesi sono stati i peggiori rispetto agli omologhi europei, ad eccezione dello SMI svizzero che però è fuori dall’area Euro.

Il FTSE MIB ha chiuso a 23802 con un + 0,29% ed il FTSE IT All-Share a 26046 a + 0,27% a pesare sulle quotazioni il solito settore bancario con MPS che in intraday veniva sospesa per eccesso di ribasso per poi chiudere con un – 8,86%.

Il migliore indice è stato l’IBEX spagnolo con un + 1,04% (ma ieri è stato il peggiore dopo quelli italiani) seguito dal CAC40 francese + 0,98% a 5622 sui massimi dal gennaio 2008 seguito dal DAX tedesco con un + 0,91% a 13114, a seguire l’EUROSTOXX50 con un + 0,82% a 3592, l’AEX olandese con un + 0,68%. Discorso a parte per lo SMI svizzero che chiude con un misero + 0,16%.

Per quanto riguarda gli indici USA, al momento che scriviamo, sono tutti in territorio negativo, ma di poco, con il NASDAQ100 a 6884 (– 0,66%), seguito dal DOW JONES a 24677 (– 0,37%) ed infine l’S&P500 a 2715 (- 0,26%).

Da segnalare a livello macro l’uscita positiva a + 34,4 contro attese per un + 21,0 dell’indice sulla previsione della produzione manifatturiera da parte della FED di Philadelphia relativa al mese di maggio.

Infine uno sguardo al nostro Portafoglio azionario nel quale, con l’articolo di ieri, siamo stati sfortunati profeti a sperare in un rimbalzo delle quotazioni dei titoli italiani, cosa che non è avvenuta per 5 tick sull’azione ERG, sul quale siamo stati stoppati a 18,82 €.

A pesare, in questo caso, più che la situazione politica nostrana sono stati i dati di bilancio trimestrali con il fatturato non in linea con quello dello stesso periodo dello scorso anno, anche se c’è da evidenziare una crescita per acquisizioni sul lato energia rinnovabile, ma evidentemente il mercato da questo orecchio non ci sente.

Di seguito stralci di notizie su ERG:

  • - ERG ha chiuso il primo trimestre 2018 con ricavi della gestione caratteristica pari a 284 milioni, in diminuzione rispetto ai 300 milioni dello stesso periodo del 2017.

    Il trimestre si è così chiuso con un risultato netto di gruppo adjusted pari a 56 milioni €, in lieve crescita rispetto al risultato di 54 milioni € del primo trimestre 2017 restated .

    A fine marzo 2018 l’indebitamento finanziario netto era pari a 1,23 miliardi, in lieve decremento (-4 milioni) rispetto a fine 2017.

- ERG, tramite la controllata ERG Power Generation, ha perfezionato l’acquisizione da Impax New Energy Holding Cooperatief,
Con questa operazione ERG porterà la propria capacità installata in Francia entro la fine dell’anno a 300 MW, oltre ad ampliare ed accelerare il percorso di crescita organica coerentemente con gli obiettivi del Piano Industriale.