Market view per la prossima settimana, con un pò di fieno in cascina grazie ad uno spunto settimanale


Care amiche ed amici di questo mio report, buon fine settimana. E che settimana! Non a caso si è conclusa con venerdì 17, "il giorno delle tre streghe" che per alcuni sono addirittura quattro. Nel commento dello scorso sabato avevo parlato sia della manipolazione di mercato da parte di quegli operatori che delegano le compravendite ai software e agli HFT sia delle problematiche di banche statunitensi simili alla Silicon Valley Bank (SVB) ovvero First Republic Bank (FRB) che quotava circa 80 USD ed oggi ne vale 26. Nemmeno farlo apposta il giorno prima che scoppiasse il "bubbone" ho menzionato Credit Suisse (link articolo: https://www.lombardreport.com/2023/3/14/trailing-stop-o-stop-loss-sempre-santi-sono/). Di certo non le ho portato un gran bene, almeno per ora. C'è consapevolezza da parte delle autorità monetarie delle difficoltà e questo è certamente un bene. Insomma, tornando a sabato scorso direi che le banche sono entrate nell'occhio del ciclone anche se personalmente non credo che ci si stia trovando di fronte ad una Lehman come nel 2008 proprio per lo stretto controllo e la stretta vigilanza delle autorità dopo quella crisi. Con questo nulla vieta che facciano ancora -10%: grazie ai software di mercato ed agli HFT questo è possibilissimo perché avendo fatto razzia della liquidità -reale- degli operatori ora vanno semplicemente alla ricerca del volume e su quello operano esasperando le oscillazioni, sia al rialzo che al ribasso. Se questo da un lato è un bene perché manipolano il mercato, da un altro lato ciò costituisce un grosso rischio sistemico tanto più che abbiamo tantissimi strumenti derivati che sono stati costruiti su basi di argilla e che poi sono stati in qualche modo rifilati al parco buoi. Strumenti che possono certamente essere utili ma che sono poco rappresentativi della reale quantità di sottostante, penso agli ETF ma non solo. 

Francamente mi sembra che il ribasso dei bancari sia esagerato: nel 2008 il capitale bancario globale era attorno ai 4 trilioni di dollari, oggi siamo a 12. Dopo la crisi le banche sono state regolamentate in modo stretto sul lato dell'attivo. Nel 2008 c'erano 3 trilioni di dollari considerati tripla A dalle agenzie di rating (sicurezza massima, ma mai fidarsi di chi emette tali giudizi !!!) che però erano perdite reali: prestiti a persone che non erano in grado di ripagare il mutuo. Oggi l'attivo delle banche non ha perdite. Il problema deriva dal fatto che con i tassi a zero le banche hanno acquistato bonds governativi a lungo, col rialzo dei tassi quei bonds sono logicamente scesi e quella vendita ha generato perdite. Per questo la Federal Reserve è intervenuta garantendo in toto i depositi e impegnandosi a ricomprare i bonds emessi dal tesoro USA non al mark to market ovvero al prezzo di mercato ma al valore di emissione. Una sorta di quantitative easing mascherato mi viene da dire. Altro punto: negli ultimi dieci anni le varie banche centrali hanno fatto innumerevoli stress test quindi conoscono alla perfezione l'attivo degli istituti di credito e le eventuali criticità. Gli stress test considerano scenari apocalittici: Borse che crollano del 50%, immobili che crollano del 30%, raddoppio della disoccupazione, tassi di interesse che in 24 ore si modificano del 3%....certo nelle ipotesi non si considerano la reincarnazione della Regina Elisabetta -sempre possibile- o l'arrivo di alieni sulla Terra. L'ultima classifica stilata dalla Banca Centrale Europea relativa alle istituzioni finanziarie più affidabili ha utilizzato come parametri quello patrimoniale (Pillar 2 Requirement): un requisito patrimoniale che si applica in aggiunta a quello minimo laddove non venissero coperti o venissero sottostimati determinati rischi. Per farla breve, sugli istituti viene valutata l'adeguatezza patrimoniale a copertura di tutti i rischi a cui si può andare incontro durante l'operatività (rischio tassi, rischi rilevanti ed un eventuale componente aggiuntivo specifico). 

Credit Suisse, di competenza elvetica, ha subìto due grosse perdite derivanti da Archegos (guarda caso era una hedge fund...e pensate che non aveva nemmeno l'obbligo di rendicontazione) e Greensill Capital (frode australiana costata 10 miliardi di USD). Ma Credit Suisse ha comunque assets molto liquidi e la Banca Centrale Svizzera è una delle più potenti al mondo, tant'è che ha dato 50 miliardi di liquidità in una notte. 

Quanto all'Italia e all'ultima graduatoria stilata dalla BCE utilizzando gli scenari descritti in precedenza, la banca più sicura è Credem, poi Mediolanum, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Finecobank, Unicredit, Cassa Centrale, Bper, Popolare di Sondrio, Monte dei Paschi di Siena (di cui lo Stato ha il 60%) e Iccrea Banca. 

Adesso analizziamo qualche grafico partendo dal nostro indice FTSEMIB40 utilizzandone il future scadenza giugno. Avevo messo in evidenza la rottura della trendline dinamica ascendente di lungo periodo (link: https://www.lombardreport.com/2023/3/14/trailing-stop-o-stop-loss-sempre-santi-sono/ ). Tale rottura ha portato a centrare il primo target "naturale" collocabile attorno a 25000 punti che curiosamente coincidono anche con il test di una vecchia ma importantissima resistenza statica che era stata rotta a dicembre dello scorso anno (linea orizzontale tratteggiata). Andando ancora più a ritroso quella stessa resistenza statica aveva costituito un punto di top nel rimbalzo post bellico. Nulla vieta che si possa andare ancora un pò giù (a 24000???) ma in quel caso mi aspetterei poi un rimbalzone. Se poi nel fine settimana dovessero uscire notizie positive dal fronte elvetico, ecco che lo scenario potrebbe favorire un rimbalzo già lunedì.

Come scritto sabato scorso, pare che gli americani scatenino i problemi e poi come sempre la palla -di piombo- passa a noi europei. Scrivo questo perché il Nasdaq in settimana è salito e lo stesso ha fatto l'S&P500. Di seguito i grafici su scala daily.

Fronte watchlist....

Come detto sabato scorso il mio sentiment è improntato sul pulsante "turn off". Questo non preclude la possibilità di trovare possibili opportunità a rischio che reputo moderatamente basso. Penso ad esempio al trade chiuso già ieri in giornata su Webuild su cui molto probabilmente c'era un ordine che è partito nel pomeriggio di giovedì (link articolo: https://www.lombardreport.com/2023/3/16/azioni-webuild-azioni-inwit-azioni-esprinet/). Continuerò naturalmente a seguire il titolo che rimane nella mia watchlist, ma ad un rialzo del +9% in intraday dal close di giovedì sera ed in questo periodo mi accontento e ringrazio. Personalmente la mia exit è stata@1.93 euro dove i software "ballavano", non a caso è stato un punto di top per tutta la seduta (vedere grafico a 5 minuti)....e loro manovrano il mercato, quindi finché non verranno regolamentati ad esempio con una fee su ogni ordine immesso e revocato oppure non mantenuto sul mercato per almeno enne secondi saranno loro a comandare e quindi ci si accoda al pesce grosso. E' altrettanto vero che proprio perché i software esasperano i fenomeni, il trend potrebbe proseguire nelle prossime sessioni tanto più che non si tratta di una azione legata al derivato. Valuterò se, come e quando eventualmente rientrare: spazio di salita ce ne sarebbe ancora. 

Esprinet ha accelerato inizialmente a 8.62 euro salvo poi retrocedere nel finale fino al punto di apertura in area 8.30 circa. Rimane ben impostata ma come ho già specificato è il classico "titolo yo-yo": a "sparate" rialziste accompagnate da volumi seguono cadute altrettanto repentine quindi inevitabilmente lo stop deve essere "abissale" come lo avevo definito. Talvolta è proprio conoscendo (se preferite ipotizzando) i comportamenti delle azioni che si può pensare di avere un trading plan ad hoc sfruttando gli storni eccessivi per iniziare a costruire piccole posizioni (in questo caso rialziste) in modo da minimizzare lo stop complessivo. Sia ben chiaro: NON si tratta di fare la martingala naturalmente, ma fatto 100 l'ammontare che intendo utilizzare nel singolo trade (quindi NON IL 100% di portafoglio naturalmente !!!), si possono ipotizzare ad esempio due o tre ingressi scaglionati che minimizzano lo stop grafico complessivo qualora la view diventasse ribassista. Sappiamo infatti che un trend è definito da una serie di massimi e minimi crescenti o decrescenti. La condizione invalidante la si trova nel momento in cui un minimo importante viene bucato al ribasso. Nel caso in esame l'area 7.00-7.15 euro da cui è partito l'ultimo slancio e sulla quale c'è stato un pullback. 

Segnalo Amplifon che sta formando una bella congestione nella parte alta di un rettangolone di lungo periodo e che rimane in laterale da un mese a questa parte. Qualora venisse bucata al rialzo vedrei bene una prima area target collocabile attorno a 32.50 euro. Se il rettangolo attuale ha una altezza attorno a 1.50 euro, stando stretti otteniamo come target 32 euro al rialzo. In questo caso posizionerei l'eventuale stop a 28 euro: rischio fifty-fifty, 50 e 50. Se però si concretizzasse un breakout rialzista particolarmente esplosivo allora si può pensare di alzare lo stop al punto di ingresso. E' lapalissiano che il titolo al momento non ha risentito del ribasso (ma non aveva nemmeno beneficiato del rialzo nei mesi passati). Da seguire.

Attenzione anche a Mondo TV che ha fatto in settimana una sorta di pullback attorno all'area indicata di 0.60 euro. Se dopo il rialzo del 20-30% nell'arco di sole due si fosse optato per chiudere il trade, certamente non sarebbe stato sbagliato. In altri termini alle volte anche se il quadro tecnico è bello e ci si accontenta....si gode ugualmente! Nel caso in esame l'eventuale punto di stop in un mercato tranquillo sarebbe stato attorno a 0.60 euro (link: https://www.lombardreport.com/2023/3/11/software-borsa-manipolazione-silicon-valley-bank/). Se quella è la linea Maginot, allora ecco che eventuali ritracciamenti in quella zona possono essere sfruttati per provare dei piccoli long. E' altrettanto vero che in un mercato come questo risulta psicologicamente difficile l'idea di comprare. Più che comprensibile, me ne rendo perfettamente conto.

Lunedì ho detto che "Trailing stop o stop loss: sempre santi sono!" (link: https://www.lombardreport.com/2023/3/14/trailing-stop-o-stop-loss-sempre-santi-sono/). Analizzando tutte le azioni del nostro listino osservo El.En. di cui ho parlato sabato scorso (link: https://www.lombardreport.com/2023/3/11/software-borsa-manipolazione-silicon-valley-bank/). Se ben ricordate era andata in stop del 5% circa attorno a 15.75 euro (vado a memoria) e su una size piccola. Oggi vedo che ieri ha chiuso a 12.91 euro: se non la si fosse stoppata del 5% adesso il "piombino al piede" sarebbe del 20% !!!! E da come è graficamente potrebbe ancora continuare a sud.

Alcuni di Voi certamente riterranno che si debba pensare al futuro e non al passato, ma credo che sia anche grazie al passato (ovvero all'esperienza) che possiamo migliorare il nostro futuro. Almeno lo spero.

Buon fine settimana a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)