NASDAQ100 WEEKLY - Settimana di consolidamento sull'indice azionario tech, negativa per l'S&P500 ed il Dow Jones !


L’ATTUALE REPORT ED I PROSSIMI, IN CONCOMITANZA CON LE 4 TAPPE DEL TOUR LOMBARDREPORT, USCIRANNO IN FORMATO RIDOTTO.

SUPERATO INDENNI GLI EVENTI DI POLITICA MONETARIA E GLI IMPORTANTI DATI MACRO PUBBLICATI NEL CORSO DELLA SETTIMANA SCORSA, GLI INDICI AZIONARI POTREBBERO RIPRENDERE LA LORO FASE RIALZISTA.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Nuovo massimo relativo per l’indice tech (anche se di poco) dopo un inizio di settimana scorsa certamente non brillante viste le numerose uscite di dati macro (che leggerete nel relativo capitolo) oltre alle decisioni della FED in materia di tassi e le relative dichiarazioni del Presidente Powell (anche queste da leggere nel relativo capitolo). Il pullback successivo al massimo relativo di lunedì scorso non ha intaccato nemmeno l’area di supporto dei 12800 punti fermandosi appena sotto i 13000 per poi rimbalzare con forza venerdì scorso facendo registrare un nuovo massimo relativo a 13291 punti. Il valore dell’RSI a 60 permette sempre l’attacco alla resistenza posta a 13720 (max relativo del 16 agosto 2022) ed in seconda battuta verso l’area 14500. Nel frattempo abbiamo aggiornato il conteggio delle onde sul nuovo massimo relativo in attesa che possa essere modificato con il superamento del precedente max di onda 4, situazione che ci auguriamo vivamente che accada anche nel breve periodo. La settimana si è chiusa a 13259.13 con un guadagno del + 0,10% che porta ad un profit da inizio anno del + 21,20%.

Sulla falsariga del movimento dell’indice tech, l’S&P500 tenta ancora una volta di andare a testare il max relativo del 2 febbraio scorso in area 4200 contrassegnato come onda c non riuscendoci e fermando i prezzi a 4186. Poi, dopo il pullback che non ha intaccato il supporto in area 4025, il rimbalzo di venerdì scorso non ha avuto la forza di attaccare il precedente max relativo e quindi anche la suddetta area 4200 che, al momento, sembra rappresentare un vero baluardo per l’indice. Il valore dell’RSI a 55 inizia a denotare stanchezza rispetto ai picchi delle settimane precedenti. La stagione delle trimestrali economiche non sta aiutando l’indice anche se le pubblicazioni battono del %..... la stima degli analisti. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4136.26 con una perdita del - 0,80% che porta ad un guadagno da inizio anno del + 7,73%.

Chiude male la settimana l’indice delle blue-chip DOW JONES, nonostante il parziale recupero nella giornata di venerdì scorso. I prezzi, dopo aver fatto registrare un nuovo max di periodo a 34257, hanno subito una marcata flessione che li ha portati a testare l’area di supporto dei 33000 coincidente con la M.M. exp a 200 periodi (linea gialla), dalla quale hanno rimbalzato molto meno rispetto agli altri due indici maggiori. Continua, così, la fase di lateralizzazione tra le aree 33200 e 34000. In realtà non manca molto al prossimo obiettivo rialzista che rimane sempre quello del superamento del livello di 34712, max di onda A ma, al momento, la forza relativa dell’indice sta scemando di settimana in settimana fino ai 52 di venerdì scorso. Nulla di compromesso ma è ora di darsi una svegliata. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33674.39 con una perdita del - 1,24% e che porta a segnare un guadagno da inizio anno del + 1,59%.

ORO INDEX 

Dopo la decisone della FED per l’ulteriore rialzo dei tassi dell’0,25% il prezzo dell’ORO, nella giornata di giovedì scorso, ha fatto registrare un altro picco max (spike) a 2085 $/oz. disegnando graficamente un triplo max dal 2022 ad oggi. Purtroppo, anche le altre due volte si è trattato sempre di uno spike con chiusura di giornata ben al di sotto di tali massimi. L’area 2100 $/oz. si sta rivelando un autentico baluardo che ha bisogno di molta forza per essere attaccato e superato. Importante ora che le contrattazioni continuino a rimanere entro il range tra la soglia psicologica dei 2000 $/oz ed i massimi di periodo. La proiezione del superamento dell’area 2100 dovrebbe portare i prezzi del metallo giallo in area 2250 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, continua la fase discendente del Platino, dopo aver registrato il nuovo max relativo a 1148,9 $/oz. La discesa si è fermata, al momento, seguita da un rimbalzo in area 1075. Smaltito l’ipercomprato il metallo prezioso ha sempre come obiettivo rialzista l’area 1200 $/oz. In ogni caso, bene abbiamo fatto a vendere a suo tempo il relativo ETC, anche se a pareggio, vista la notevole discorrelazione con il sottostante.

Discorso diverso per le quotazioni dell’Argento che, dopo la forte fase rialzista nella quale ha raggiunto l’area dei 26,0 $/oz. cui ha fatto seguito una fase di pullback in area 25 $/oz., i prezzi hanno nuovamente ripreso l’andamento rialzista facendo registrare un nuovo max relativo a 26,435 $/oz. nella giornata di venerdì scorso anche se poi hanno ritracciato un po’ in chiusura di giornata e settimana uscendo dalla zona di ipercomprato. Assodato che l’area 25 $/oz. continua a svolgere molto bene la funzione di supporto, l’ulteriore spinta rialzista ha come primo obiettivo i massimi di marzo 2022 in area 27,5 $/oz. Noi ci auguriamo di vendere in profit il nostro ETC molto prima.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 2024.80 $/oz., in guadagno del + 1,29% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 10,88%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2024.03 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES GIUGNO 2023:

GUERRA RUSSIA - UCRAINA (EUROPA)

Mercoledì scorso la Russia ha accusato l’Ucraina di aver attaccato il Cremlino con droni nel tentativo di uccidere il Presidente Vladimir Putin. Accusa presto rispedita al mittente dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha negato il coinvolgimento di Kiev nell’attacco.

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak in un commento inviato a Reuters ha detto: “Secondo me, è assolutamente ovvio che entrambi i ‘rapporti di un attacco al Cremlino’ e contemporaneamente la presunta detenzione di sabotatori ucraini in Crimea…indicano chiaramente la preparazione di una provocazione terroristica su larga scala da parte della Russia nei prossimi giorni”.

Giovedì Mosca ha sostenuto che dietro l’attacco drone ci sarebbero gli Stati Uniti. Accusa respinta da Washington. Dmitrij Peskov, portavoce del Presidente russo Vladimir Putin, ha detto: “Sappiamo molto bene che le decisioni su tali azioni, su tali attacchi terroristici, non sono prese a Kiev ma a Washington”. Peskov ha anche sostenuto che spesso gli Stati Uniti hanno selezionato per l’Ucraina gli obiettivi da attaccare ed i mezzi per farlo. Il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha detto che Washington non incoraggia o consente all’Ucraina di colpire fuori dai suoi confini. Peskov ha fatto sapere che la risposta russa sarà valutata attentamente ed equilibrata, inoltre ha detto che è in corso un’indagine urgente.

Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov venerdì scorso ha definito l’incidente drone un “atto ostile”. Lavrov ha spiegato che Mosca non risponderà parlando di ‘casus belli’ o meno, ma lo farà con “azioni concrete”.

POLITICA USA

All’inizio di questa settimana, martedì, il Presidente Joe Biden incontrerà lo speaker della Camera Kevin McCarthy (repubblicano), il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries (democratico), il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer (democratico) e il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell (repubblicano). La convocazione alla Casa Bianca dei quattro leader del Congresso è arrivata dopo che il Dipartimento al Tesoro ha avvisato che il governo potrebbe rimanere a corto di denaro per pagare le proprie spese entro giugno. Secondo analisti, se il Tesoro dovesse riuscire a superare i pagamenti delle indennità di inizio giugno, potrebbe incassare denaro dai pagamenti trimestrali delle imposte stimate, in scadenza il 15 giugno; a seguire il Tesoro potrebbe fluttuare fino al 30 giugno, quando sarebbe in grado di attingere a 143 miliardi di dollari di prestiti sospendendo il reinvestimento dei titoli in scadenza detenuti dai fondi pensione del governo. Questo prestito e le entrate fiscali consentirebbero il pagamento delle spese fino a luglio.

La Casa Bianca martedì scorso ha fatto sapere che Biden nel corso dell’incontro con i quattro leader del Congresso non negozierà sul tetto del debito, ma discuterà dell’avvio di un “processo di bilancio separato” per parlare delle priorità di spesa.

Martedì scorso i senatori repubblicani hanno detto che i dem devono prendere in considerazione seriamente il disegno di legge dello speaker Kevin McCarthy approvato dalla Camera a maggioranza repubblicana la settimana precedente. Il disegno di legge passato alla Camera prevede di aumentare il tetto del debito da 31,4 trilioni di dollari del governo ed include ampi tagli alla spesa nel prossimo decennio, disegno di legge che però non dovrebbe riuscire a passare al Senato e nel caso dovesse farcela riceverebbe il veto di Biden.

Giovedì scorso, Mark Zandi capo economista di Moody’s Analytics, parlando alla commissione bilancio del Senato ha sostenuto che nel caso in cui il piano repubblicano dovesse essere attuato la crescita del PIL statunitense nel 2024 sarebbe dell’1,61%, rispetto al 2,23% in caso contrario, e porterebbe a 790 mila posti di lavoro in meno. Zandi ha anche sottolineato che non riuscire ad evitare il default sarebbe “catastrofico”. Secondo Zandi in caso di mancato intervento da parte del Congresso, è probabile che il governo termini il denaro per pagare le sue spese l’8 giugno, tuttavia ha detto che questo potrebbe accadere in qualsiasi momento tra l’1 giugno e l’8 agosto. Zandi ha detto alla commissione: “Dobbiamo porre fine a questo dramma più rapidamente possibile. Se non lo facciamo, andremo in recessione e i nostri problemi fiscali peggioreranno ulteriormente”.

Il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, ha iniziato a lavorare ad un disegno di legge che sospenderebbe il tetto del debito fino a dicembre 2024 senza condizioni attraverso il Senato. Schumer ha spiegato ai giornalisti che aspetterà l’incontro previsto alla Casa Bianca prima di decidere come procedere. Il leader della maggioranza al Senato ha detto: “Non vedo l’ora che il Presidente nell’incontro spieghi direttamente allo speaker il danno che propone di causare e spero che faccia prevalere il sangue freddo”. Al Senato i dem contano su una maggioranza risicata e per approvare un disegno di legge che prevede solo il rialzo del tetto del debito Schumer dovrebbe ottenere il sostegno di almeno nove repubblicani per superare la soglia di 60 voti richiesta per far avanzare tale legislazione.

In una lettera indirizzata a Schumer, 43 senatori repubblicani hanno fatto sapere che si oppongono alla votazione di un disegno di legge che prevede solo l’innalzamento del tetto del debito. Il gruppo di repubblicani ha detto che “riforme sostanziali di spesa e budget” devono essere un punto di partenza per i negoziati.

Domenica scorsa, la segretaria al Tesoro Janet Yellen, ha avvertito che un fallimento del Congresso sulla questione del tetto del debito potrebbe portare ad una “crisi costituzionale” che metterebbe in discussione anche l’affidabilità creditizia del governo. Secondo Yellen non si dovrebbe arrivare al punto in cui “dobbiamo considerare se il Presidente può continuare ad emettere debito”. “Questa sarebbe una crisi costituzionale”, ha detto la segretaria al Tesoro alludendo alla delimitazione dei poteri dell’esecutivo e del legislatore secondo la Costituzione degli Stati Uniti.

POLITICA DELLA FED

Il FOMC ha optato all’unanimità per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse dello 0,25% portando il tasso d’interesse overnight di riferimento in un range di 5,00%-5,25%. La decisione annunciata mercoledì scorso è stata accompagnata dall’eliminazione nel comunicato stampa del riferimento alla previsione di ulteriori rialzi dei tassi appropriati. Ciò non significa che certamente non ci saranno rialzi al meeting di giugno, tuttavia il Presidente della banca centrale statunitense Jerome Powell ha sottolineato che ora è una questione aperta quella relativa alla giustificazione di ulteriori rialzi in un’economia che ha ancora a che fare con un’elevata inflazione, ma che mostra anche segnali di rallentamento, con i rischi di una dura repressione del credito da parte delle banche all’orizzonte. Powell mercoledì scorso ha spiegato che quel giorno non era stata presa una decisione in merito ad una pausa nei rialzi dei tassi, ma ha sottolineato l’importanza nella modifica del linguaggio della dichiarazione sul futuro delle politiche.

La FED ha fatto sapere che nel determinare la misura di un ulteriore eventuale inasprimento della politica, i funzionari della banca centrale statunitense terranno conto di come l’impatto della politica monetaria si sta accumulando nell’economia.

Il numero uno della FED, Powell, ha sottolineato come l’inflazione resti la principale preoccupazione, motivo per il quale non si può ancora dire con certezza che il ciclo di rialzi dei tassi sia terminato. Powell ha dichiarato: “Siamo pronti a fare di più”. Inoltre ha indicato come improbabile un taglio dei tassi quest’anno da parte del FOMC, tuttavia ha anche concordato che la politica sia rigida, cosa che rende possibile che la banca centrale abbia fatto abbastanza con i tassi.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, secondo Powell alcuni dati recenti sul calo del numero di posizioni lavorative aperte e sulla diminuzione della crescita dei guadagni, insieme ad un livello di disoccupazione storicamente basso, sostengono l’idea di un possibile rallentamento dell’economia senza una crescita notevole della disoccupazione.

Venerdì scorso il presidente della FED di St. Louis, James Bullard, ha commentato l’ultimo rialzo dei tassi, sottolineando come nell’economia statunitense ci sia molta inflazione e riferendosi all’aumento dei tassi ha detto: “È stato un buon passo avanti per il comitato”. Bullard non ha specificato se ritiene ancora che tassi perfino più elevati siano appropriati (sic !!).

Austan Goolsbee, presidente della FED di Chicago, venerdì scorso ha detto che è troppo prematuro ipotizzare che un aumento dei posti di lavoro più forte del previsto in aprile significhi che la banca centrale dovrà aumentare di nuovo i tassi di interesse al meeting di giugno. Venerdì Goolsbee ha anche spiegato che guarda con attenzione alle condizioni di credito considerate le vicende che hanno interessato il sistema bancario. Goolsbee ha detto: “Qualsiasi inasprimento di cui si avrà bisogno deve tenere conto dell’impatto del sistema bancario”.

DATI MACROECONOMICI

Il PMI manifatturiero rilasciato da Markit Economics ad aprile si attesta a quota 50,2 punti, appena sotto al dato preliminare di 50,4 punti ed oltre al dato di 49,2 punti registrato a marzo.

Il PMI manifatturiero rilasciato da ISM passa dai 46,3 punti di marzo ai 47,1 punti di aprile.

L’indice relativo all’occupazione nel settore manifatturiero rilasciato da ISM ad aprile si attesta a quota 50,2 punti, in crescita rispetto ai 46,9 punti di marzo.

I nuovi ordini nel settore manifatturiero passano dai 44,3 punti di marzo ai 45,7 punti di aprile.

I prezzi dai 49,2 punti di marzo balzano ai 53,2 punti di aprile, dato più alto da luglio 2022.

Gli ordini di fabbrica a marzo a livello mensile crescono dello 0,9%, in direzione opposta rispetto alla rilevazione di febbraio del -1,1% (rivista da -0,7%). Era da dicembre che il dato non era accompagnato dal segno ‘più’. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il PMI S&P Global relativo al settore dei servizi rilasciato da Markit Economics resta praticamente in linea con il dato preliminare di 53,7 attestandosi ad aprile a quota 53,6 punti, comunque in rialzo rispetto ai 52,6 punti di marzo.

Il PMI del settore dei servizi rilasciato da ISM, invece, passa dai 51,2 punti di marzo ai 51,9 punti di aprile, quasi esattamente pari al consensus fissato a 51,8 punti.

L’indice sull’occupazione nel settore dei servizi registra una contrazione dai 51,3 punti di marzo ai 50,8 punti di aprile, rilevazione più bassa da gennaio 2023.

I nuovi ordini nel settore dei servizi fanno un balzo dai 52,2 punti di marzo ai 56,1 punti di aprile.

Infine i prezzi nel settore dei servizi con una leggera crescita passano dai 59,5 punti di marzo ai 59,6 punti di aprile.

La bilancia commerciale di beni e servizi USA (che misura la differenza in valore tra beni e servizi importati ed esportati) a marzo si attesta a – 64,2 miliardi di dollari contro il – 70,6 miliardi di dollari di febbraio (rivisto da – 70,5 miliardi di dollari) ed un consensus fissato a – 63,3 miliardi di dollari. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 29 aprile sono state 242 mila, poco sopra il consensus di 240 mila e in rialzo rispetto alle 229 mila della settimana precedente (riviste da 230 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il dato preliminare del primo trimestre 2023 sulla produttività nel settore non agricolo segna un -2,7%, contrazione più marcata del consensus del -1,8%. Nell’ultimo trimestre 2022 era stato realizzato un +1,6% (rivisto da +1,7%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il dato preliminare del primo trimestre 2023 del costo unitario del lavoro segna un +6,3%, crescita superiore al consensus del +5,5% ed alla crescita registrata nell’ultimo trimestre 2022 del +3,3% (rivista da +3,2%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

I posti di lavoro creati nel settore non-agricolo nel mese di aprile sono stati 253 mila, rilevazione che va ben oltre il consensus fissato a 180 mila e segna una crescita rispetto ai 165 mila posti di lavoro creati a marzo (dato rivisto da 236 mila).

Nel settore non-agricolo privato ad aprile sono stati creati 230 mila posti di lavoro, anche in questo caso ben oltre il consensus, fissato a 160 mila. Nel mese di marzo erano stati creati 123 mila posti di lavoro (dato rivisto da 189 mila). I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il tasso di disoccupazione ad aprile si attesta al 3,4%, in leggero calo rispetto al 3,5% di marzo. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il salario orario medio a livello mensile ad aprile cresce dello 0,5%, rialzo superiore al consensus del +0,3% ed al +0,3% registrato a marzo.

Su base annua, invece, la crescita di aprile è del 4,4%, oltre al consensus del +4,2% ed al +4,3% di marzo (rivisto da +4,2%). I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

PORTAFOGLI AZIONARI

Il buon recupero dell’indice tecnologico di venerdì scorso ha riportato le quotazioni dei nostri titoli presenti nel Portafoglio Storico a due venerdì fa, titolo più, titolo meno, ma nessun target raggiunto nel corso della scorsa settimana. TESLA dovrebbe riuscirci nel corso di questa settimana, così come speriamo su KUERIG DR PEPPER, mentre riscontriamo criticità sempre su AMGEN e CDW che ha riportato una trimestrale economica sotto le attese degli analisti, ma sembra riprendersi. Per quanto riguarda l’operatività di questa settimana, vista la pubblicazione di alcune trimestrali economiche societarie penalizzanti, sono presenti ulteriori cinque nuovi segnali di acquisto, tutti comunque in BUY LIMIT.

Invece nel Portafoglio “The Challenge” nel corso della scorsa settimana, siamo riusciti ad andare a target sul titolo META PLATFORMS con un ulteriore 25,13% dopo il + 47,91% di gennaio 2023 con il secondo lotto. Inoltre, nella prosecuzione dello sfoltimento del Portafoglio, abbiamo venduto a pareggio il titolo SHOPIFY che ha guadagnato quasi il 30% dopo la pubblicazione della propria trimestrale economica. Direi nostro malgrado visto che è una società che ci piace molto, ma dopo simile performance andava venduta. Nel caso dovesse ritracciare in futuro, la riacquisteremo sicuramente. Per quanto riguarda gli altri titoli ASML riprende fiato come il settore dei semiconduttori; IBERDROLA e SAP sempre abbastanza performanti e l’ETF FOOD & BEVERAGE sempre sui massimi di periodo ma non riesce a sfondare quota 101,88 €. Infine come al solito REPLY ci fa sudare per l’eseguito a soli 6 tick dal nostro prezzo, per poi rimbalzarci in faccia. E’ la borsa !! Seguite sempre gli aggiornamenti pubblicati nei relativi Portafogli alla sez. “nuovi ordini”.  

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI ALCUNI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA. COMPLETEREMO IL QUADRO NELLE PROSSIME SETTIMANE.

Sono costretto a rimandare alle prossime settimane per mancanza di tempo dovuto all’organizzazione e partecipazione al nostro Tour LombardReport.com

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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