In borsa i massimi si rivedono? La lunga storia delle Meridionali


Un vecchio proverbio in borsa recita che i massimi si rivedono. Non sono assolutamente d'accordo, ma per le azioni Autostrade Meridionali forse questo potrebbe accadere.

Nel lontanissimo giugno 2000 le azioni Autostrade Meridionali avevano toccato euro 42,5 e nelle stesse giornate le azioni di Autostrade, che la controllano, erano a euro 7,1.

Le azioni Autostrade Meridionali  avevano inanellato record incredibili, come forse ricordano ancora taluni sparuti abbonati di quel periodo. infatti nel 1995 valevano 3600 LIRE e le azioni Autostrade priv. 1600 LIRE circa. La riscoperta delle concessionarie aveva provocato un rialzo stratosferico in borsa con le azioni Autostrade Meridionali, salite di oltre 20 volte in 5 anni ma anche la controllante Autostrade, ben più diffusa tra i risparmiatori, non aveva fatto da meno, volando in 5 anni da 1600 LIRE a 7,1 euro (9 volte !).

In quei tempi si era sparsa la voce in borsa che le azioni Autostrade Meridionali, potessero essere delistate dalla controllante con una offerta di 7 azioni Autostrade contro una azione Autostrade Meridionali. In borsa le voci, quasi sempre molto  strampalate, si sprecano ma questa illazione per di più su un titolo non molto liquido, diede ancor più forza al rialzo. Svanita questa folle illusione il titolo perse totalmente interesse. La discesa delle azioni Autostrade Meridionali, è stata violenta portando l'azione ben sotto quota 10 euro.

Quando le quotazioni scesero molto sotto il valore patrimoniale, pubblicato giornalmente sulla tabellina apposita del SOLE 24 ORE, il Lombardreport.com inserì l'azione tra i titoli strettamente monitorati. Attività remunerativa e sfacciata sottovalutazione rispetto alla casa madre, con queste premesse entrammo sul titolo che nel frattempo staccava buoni dividendi. Era la filosofia del Lombardreport.com: una azione sottovalutata con un buon dividendo in attesa del rinnovo di una concessione, tra l'altro avevamo ottimi ricordi di quanto avvenuto tra il 1997 ed il 1999. Sono passati cinque anni e la concessione non è stata rinnovata ancora, una vergogna che simboleggia la burocrazia italiana e la forza dei ricorsi nei Tribunali ma per fortuna l'attività è proseguita con successo ed un buon incremento della redditività. Inoltre un noto fondo maltese è entrato nel capitale rastrellando azioni.

Così siamo ora in borsa ben oltre 30 euro, esattamente attorno al solo valore patrimoniale, mentre la controllante Atlantia vale 3 volte il NAV. Quota 42,5 € e sembra ancora estremamente lontana ma in borsa "mai dire mai" e se, per caso, tale quota dovesse essere raggiunta, il vecchio proverbio di borsa sarebbe in questo caso confermato.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)