Uno sguardo al Nickel


Il Nickel non ha certamente brillato nel secondo semestre 2018. Dai picchi di inizio giugno ai minimi di fine dicembre il contratto future (PC: 11545; cfr. grafico contratto di continuazione) ha ceduto il 33%, per poi mettere a segno un buon rimbalzo (+10%) da inizio anno.

E’ ovviamente prematuro ipotizzare un’inversione al rialzo su orizzonti plurimensili: per avere un segnale tecnico convincente in tal senso occorrerebbe infatti un ulteriore apprezzamento del 10% dai livelli correnti.

In termini di contango la struttura delle varie scadenze dei contratti future denota un’inclinazione positiva ma non particolarmente inclinata: il fattore tempo di detenzione quindi gioca sì a sfavore – come ogni qualvolta una materia prima è in contango, che rappresenta peraltro la situazione fisiologica per tutte le commodities – ma non in misura tale da impedire un trade.

In termini di volatilità il Nickel è abbastanza in linea con gli altri metalli industriali, ovvero una volatilità medio-alta ma non estrema. Occorre tenerne conto, ovviamente, nella scelta del controvalore della posizione che si vuole aprire, seguendo la regola generale secondo cui al crescere della volatilità deve diminuire la size e aumentare lo stop loss in percentuale – e viceversa – in modo da mantenere stabile la perdita massima in controvalore in euro che dipende ovviamente dalla propria situazione finanziaria, tolleranza al rischio e obiettivi di investimento e non dal trade che si vuole mettere in essere.

In ottica di trading si potrebbe iniziare a posizionarsi sul Nickel già sui livelli correnti, entrando con un primo target appunto a +10% e uno stop loss di un 7%. Se poi il movimento di rally dovesse acquisire vigore l’idea sarebbe non di prendere profitto ma di incrementare la posizione, alzando ovviamente lo stop loss iniziale e portandolo in prossimità del prezzo del primo acquisto (stop trailing).

Come veicolo per cavalcare la possibile prosecuzione del  tentativo di rimbalzo in atto si segnala l’ETC con ticker NICK, quotato su Borsa italiana (PC: 9,99; cfr. grafico). Il benchmark di riferimento è il Bloomberg Nickel Subindex Total Return, con un rischio controparte minimo in quanto è collateralizzato al 100% da titoli eleggibili.

Come volumi transati l’ETC in oggetto vede scambi giornalieri medi contenuti, dell’ordine delle decine di migliaia di euro, e non si presta quindi ad operazioni con controvalori grandi o troppo veloci. E’ comunque adeguato per operazioni di alcune settimane (il cosiddetto swing trading), di importi di alcune migliaia di euro (<10.000) e per diversificare il proprio portafoglio investimenti aggiungendo un componente non direttamente correlato con l’asset class azionaria o obbligazionaria.

Si ricorda che l’ETC in questione, seppur espresso in euro, risente dell’esposizione nei confronti del dollaro Usa. Occorre tenerne conto se il proprio portafoglio fosse già troppo esposto sul biglietto verde.



 

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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