Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci


Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci  

Piano Bar : Focus Europa_Aprile 2019

Focus Europa è un’estensione periodica della rubrica Piano Bar di Virginio Frigieri volta ad offrire una panoramica sull'Europa, che normalmente non viene trattata negli appuntamenti settimanali. 

Linea di Fondo

Analisi delle Onde di Elliott

A differenza degli indici americani, la situazione dei principali indici europei presenta ancora uno scenario ribassista ben definito, con un ottimismo diffuso tipico delle battute finali di un mercato toro.

A onor del vero va sottolineato che qualche sprazzo di luce non manca. La Svizzera (Swiss Markets Index) ad esempio è in realtà già giunta al test del massimo storico del 2007 e intraday l’ha anche superato. Manca la chiusura sopra ma è sui massimi. Eurostoxx660, Ftse100 e Dax presentano invece configurazioni che ci fanno restare ribassisti.

Mentre prosegue la saga della Brexit, i prezzi degli immobili nel Regno Unito continuano a scendere.

I funzionari dell’Unione Europea dal canto loro hanno mostrato un raro senso dell’umorismo dopo la cena di lavoro nella tarda serata di mercoledì consentendo al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord di ritardare la Brexit fino alla notte di Hallowen (31 ottobre) che fa da vigilia alla festa cristiana di Ognissanti, tempo dell’anno liturgico dedicato al ricordo dei defunti… Chissà come se la saranno ridacchiata…

Ma il bello è che la Brexit potrebbe non arrivare nemmeno in quel giorno. Il Regno Unito, infatti potrebbe decidere di lasciare l’UE prima di tale scadenza, ma potrebbe anche non andarsene del tutto se la crescente richiesta di un nuovo referendum dovesse aver successo. **

Questo perenne stato di incertezza farà continuare a strapparsi i capelli agli investitori europei e come detto sopra sta già facendosi sentire in modo sensibile sul mercato immobiliare come evidenzia l’ultimo sondaggio della Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS). Com ha dichiarato il suo capo economista : “La Brexit rimane un importante freno all’attività nel mercato con prove aneddotiche che indicano che i potenziali acquirenti sono riluttanti ad impegnarsi di fronte all’aumentato senso di incertezza.”

Il RICS Residential Merke Survey è in indice di sentiment mensile che monitora il mercato delle vendite e delle locazioni residenziali. Viene calcolato con la metodologia del saldo netto, ovvero la percentuale di intervistati che rileva un aumento dei prezzi meno quelli che ne segnalano una caduta. Pertanto è un indicatore che misura l’ampiezza dei movimenti dei prezzi piuttosto che la profondità.

Questo grafico di Bloomberg ripreso da Elliott Wave International,  mostra che l’indice è in calo in territorio negativo dallo scorso mese di agosto, il ché significa che sempre più parti del paese segnalano cali di prezzo, ma quel che più conta è che siamo ben lontani dai precedenti cali dei primi anni ’90 e del 2007, per cui c’è spazio per scendere ancora.

Un altro indicatore interessante è l’EU Economic Sentiment indicator ritenuto da molti analisti uno dei migliori per la misurazione a lungo termine di ottimismo e pessimismo, in quanto unisce le indagini sulla fiducia di cinque componenti chiave dell’economia europea: la fiducia del settore industriale (quota del 40%) la fiducia nel settore dei servizi (30%) la fiducia dei consumatori (20%) la fiducia nel settore delle costruzioni (5%) e la fiducia del settore del commercio al dettaglio (5%). Quello che si vede nel prossimo grafico è che anche di fronte al deterioramento del mercato azionario, gli investitori si sono trincerati dietro un muro di ottimismo che potrebbe risultare presto mal riposto. Il prossimo mercato orso riporterà questo indici attorno se non sotto ai livelli del 2008-2009 e vi resterà per molti mesi, forse per anni.  Come si può vedere sotto, dopo il tracollo del periodo 2007-2009 l’indicatore si è ripreso registrando un primo picco nel 2011 e dopo  alcuni anni di correzione è ripartito mettendo a segno a fine 2017 un nuovo massimo degli ultimi 18 anni.       

 

Il fatto che molti investitori stiano aspettando che i termini e la tempistica della Brexit vengano definiti e concordati, non basta tuttavia a giustificare il successivo calo dell’ultimo anno e mezzo; Londra non è l’unica capitale finanziaria dove gli affari si sono prosciugati. Le relazioni di rifinanziamento, ad esempio, indicano anche un calo del numero di aziende americane sul mercato, mentre le operazioni nell'Europa continentale sono scese a cinque, con un calo del 55%. Anche le offerte pubbliche iniziali (IPO) sono off, con stime per le entrate IPO globali che sono scese del 74% quest'anno. Oltre alla mancanza di IPO effettive, c'è una notevole mancanza di entusiasmo per le aziende che hanno fatto il suo ingresso sul mercato. L'indice Stoxx Europe IPO è un indice ponderato in base alla fluttuazione del mercato e alla capitalizzazione di mercato concepito per misurare la performance del mercato IPO europeo su un orizzonte di 12 mesi. Questo indice dopo aver registrato il massimo storico a ottobre 2017, ha iniziato un cinque onde ribassista ancora lontano dal concludersi.

Del resto anche l’indice ZEW dell’area Euro già presentato ai lettori in report precedenti, continua a viaggiare in territorio negativo da Aprile dello scorso anno come si vede nel grafico sottostante.

Psicologia degli investitori

A parte quello che possono raccontare i grafici ci sono altri segnali che fanno temere una tempesta nei prossimi mesi.

I lettori più anziani certamente ricordano quello che successe nel 1999 e inizio del 2000 con i così detti titoli della così detta “new economoy”. Ci sono parole che entrano nella testa dei risparmiatori e se con abili politiche di marketing riesci ad abbinare quella parolina magica ad un titolo azionario lo puoi vedere volare a quotazioni stellari anche quando dal punto di vista dei fondamentali non c’è nessuna valida ragione per quotazioni simili. A fine secolo le paroline magiche erano “new economy ed  internet”. In Italia con paroline del genere (bastava far credere che la società in questione potesse avere un certo sviluppo direttamente o indirettamente legato ad internet) sono state portate in borsa dalle banche creditrici che ne hanno curato il collocamento, autentiche ciofeche a prezzi che spesso e volentieri superavano anche di due/tre volte il valore reale del titolo.  Le stesse banche hanno poi venduto nelle prime settimane di collocamento i pacchetti azionari in loro possesso, rientrando così dai debiti che queste società avevano precedentemente contratto e i piccoli risparmiatori e il popolo bue è rimasto come sempre col cerino in mano e una carrettata di letame nell’armadio. Non staremo qua a fare la storia di tutti i titoli finiti nel nulla e delistati in quegli anni, ma mi limito solo a ricordare il momento topico in cui un azienda come Tiscali un bella mattina si svegliò che capitalizzava in borsa più della Fiat!.  Bene in questi ultimi tempi ci sono paroline nuove che vengono sapientemente sussurrate alle orecchie dei risparmiatori. Negli Stati Uniti da quando è stata liberalizzata la Cannabis, non c’è settimana in cui non riceva almeno un paio di news-letter che invitano a puntare su aziende legate direttamente o indirettamente a quel mondo. L’altra parolina magica che gira è “block-chain” o “cripto valuta”. Il primo termine indica in realtà la tecnologia su cui si basano le cripto valute e dopo il boom dei Bit-Coin non si contano ormai più le nuove monete virtuali su cui si può investire e quasi tutte le piattaforme che operano sul Forex ti offrono almeno due/tre cripto-valute su cui fare trading con replicanti come i CFD o altro.

In Europa invece le parole magiche che oggi hanno catturato l’immaginazione collettiva degli investitori sono “Intelligenza Artificiale” o “AI” o “Robotica” che rischiano di superare in velocità di contagio la bolla internet di vent’anni fa. Secondo un recente sondaggio prese le 800 aziende leader dislocate in sette paesi europei e negli USA, circa il 93% di queste investiranno nell’AI  nei prossimi tre anni. Più di metà di queste investiranno in intelligenza artificiale già entro la fine di quest’anno. Si stima poi che nel solo Regno Unito vi siano il doppio delle start-up in questo settore di qualunque altro paese europeo. Il grafico sottostante mostra tuttavia che la maggior parte dei guadagni del settore è probabilmente già passata.

Se la correzione di fine 2018 è effettivamente un’onda (A) come indicato nel grafico l’indice dovrebbe concludere la salita molto presto e riprendere la strada del ribasso con una robusta onda (C). Se invece fossero due movimenti di una quarta onda allora i prezzi punteranno ad un nuovo massimo sopra 2.860 prima che inizi il mercato orso.

Un potente segno di una tendenza completamente attualizzata arriva quando le burocrazie che si muovono lentamente alla fine riconoscono la tendenza. Secondo MMC, la Gran Bretagna è una potenza dell'IA che diventerà il "cuore dell'IA sanitaria europea" e, il segretario alla salute del Regno Unito, Matt Hancock, ha appena annunciato la costituzione di NHSX, una nuova unità politica per supportare l'uso della tecnologia IA all'interno del servizio sanitario della Gran Bretagna. Un grosso problema con questo piano, tuttavia, è rappresentato dal fatto che gli investitori ormai usano il termine AI in modo così elastico che nessuno capisce più cosa significhi. MMC, ad esempio, rileva di non aver trovato "nessuna prova che l'intelligenza artificiale fosse una parte importante dei prodotti offerti dal 40% delle start-up IA in Europa su 2.830 analizzate". (CNBC, 3/6/19) Secondo la CNBC, i risultati sollevano domande su come il termine AI è diventato una "frase generica per le start-up che cercano di attirare investimenti". Infatti, dal 2015, le società di IA hanno ottenuto valutazioni più elevate rispetto alle tradizionali aziende di software, aumentando tra il 15% e il 50% in più di capitale nei loro cicli di finanziamento. Inoltre, le richieste di brevetto AI sono aumentate perché "le aziende cercano di rendere le proprie attività più investibili". Quindi, proprio al momento giusto, l’ NHS proverà a unire assistenza sanitaria e intelligenza artificiale, nel momento stesso in cui la bolla sarà pronta a scoppiare…

Anche il tentativo dell’Europa di implementare una rete wireless 56 ad alta velocità che rappresenterebbe una tecnologia molto promettente si sta impigliando sempre più nella lotta in atto tra Stati Uniti e Cina.

Gli Stati Uniti e la Cina hanno uno sputo a lungo bollente sul futuro del 5G. La Germania è l'ultimo punto di infiammabilità.

- Vox.com, 21/03/19

Le ultime schermaglie sul più grande produttore mondiale di apparecchiature per le telecomunicazioni, la cinese Huawei Technologies Co. Risle allo scorso mese di Agosto quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un disegno di legge che vieta a Huawei di fare qualsiasi lavoro con il governo degli Stati Uniti. Il motivo dichiarato per il divieto era che Huawei offre alla Cina la possibilità di sfruttare la rete per spiare, rappresentando un rischio per la sicurezza nazionale. Allo stesso tempo, l'amministrazione Trump ha inviato una serie di inviati alle capitali europee per convincere gli alleati degli Stati Uniti a fare lo stesso. Finora, però è fallito. Il governo britannico dice che è improbabile vietare Huawei, mentre l'Italia, che cerca disperatamente di aumentare gli scambi con la Cina, ha respinto anche gli avvertimenti. La Francia non metterà al bando neanche Huawei, e il mese scorso, la più grande economia europea ha messo il suo peso significativo sulla questione. Il 19 marzo la cancelliera Angela Merkel ha annunciato che la Germania non escluderà HUAWEI dalle offerte su appalti pubblici per il 5G, ponendo l’Europa esattamente al centro del litigio tra Stati Uniti e Cina, il cui esito potrebbe determinare la forma del mondo a venire (Vox, 20/03/2019).

La vera e propria guerra tecnologica probabilmente attenderà fino a dopo l'ultimo minimo dei mercati azionari, ma le tensioni tra le maggiori potenze mondiali dovrebbero aumentare costantemente per la durata del mercato orso.

Segnali negativi arrivano poi anche dal comparto privato dove molte aziende hanno dovuto ridimensionare le loro previsioni di crescita come non accadeva dal 2008.

I recenti eventi a Maersk, il conglomerato navale danese, stanno simulando tutti gli allarmi recessivi. Mercoledì, Maersk ha annunciato la partenza di Claus Hemmingsen, un veterano dell'azienda di 38 anni che ha gestito la divisione energia dal 2016. Per apprezzare le implicazioni di questa separazione, capisci che Maersk ha iniziato la sua attività nel 1962, dopo che la società ha acquisito un concessione di perforazione petrolifera nel Mare del Nord. Nel corso di oltre cinque decenni, l'azienda si è espansa in esplorazione e produzione, servizi di perforazione di terzi e servizi di fornitura per piattaforme di perforazione offshore. Ha inoltre gestito una flotta di navi cisterna per il trasporto di vari prodotti petroliferi. L'inizio della fine, tuttavia, è arrivato nel 2014, secondo le notizie del settore e fornitore di dati FreightWaves. "Il crollo dei prezzi del petrolio ha messo sott'acqua il business energetico di Maersk, uno sviluppo che coincide con la flessione della domanda di trasporto container." (4/3/19) Dal 2012 al 2016, il fatturato totale è diminuito del 28%, mentre l'utile operativo è calato 46%. L'azienda ha venduto la sua flotta di navi cisterna per $ 1,2 miliardi nel 2017, e poi ha venduto il suo business di esplorazione petrolifera per $ 7,8 miliardi nel 2018. La partenza di Hemmingsen segna ufficialmente la fine della cinquantennale avventura di Maersk in petrolio e gas.

A questo punto, quasi tutti i segnali principali di un'imminente recessione economica stanno  lampeggiando in rosso. Negli Stati Uniti, i rendimenti dei Treasury decennali sono scesi per la prima volta al di sotto di quelli a tre mesi dal 2007, producendo la curva dei rendimenti inversa che dal 1975 ha preceduto ogni recessione negli Stati Uniti. Le economie europee hanno rallentato molto più chiaramente, con il legame negativo i rendimenti in Germania si estendono fino a 10 anni. In altre parole, le prospettive di recessione sono diventate così evidenti che gli investitori sono disposti ad accettare una perdita nota sul loro capitale - nel corso di un intero decennio - in cambio della relativa sicurezza di detenere gli IOU tedeschi.

Nel frattempo, l'economia cinese, che rappresenta il 30% della crescita del PIL mondiale, continua a indebolirsi e le autorità giapponesi hanno appena declassato la loro valutazione sull'economia per la prima volta in tre anni. Secondo l'indice Managers Purchasing Manufacturing, solo una di queste quattro economie critiche, gli Stati Uniti, può ancora vantare un settore manifatturiero in espansione. (La crescita è qualsiasi cosa al di sopra del livello 50). La nostra opinione è che questa anomalia non durerà e che presto l'America si unirà al resto del mondo in una dolorosa contrazione.

Un potente Misdirector

Brian Whitmer, di Elliott Wave International,  così commenta il  lavoro svolto da Mario Draghi alla BCE:

Nel tentativo di combattere le forze della deflazione, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha svelato il 7 marzo una serie di misure volte a stimolare i prestiti bancari nella zona euro. Oltre a creare nuovi prestiti mirati alle banche (denominati TLTRO-III), la BCE ha annunciato che il suo primo rialzo dei tassi sarà ritardato fino almeno al 2020. CNBC ha etichettato le politiche favorevoli al mercato, ma dopo aver negoziato più in alto nella sessione iniziale, il DAX ha invertito la direzione dopo l'annuncio di Draghi e ha perso l'1,4% nel giorno. Il CAC 40 della Francia e l'indice Euro Stoxx 50 hanno subito inversioni simili, così come le azioni statunitensi, con il DJIA e l'S & P 500 che hanno perso oltre l'1%.

In effetti, quindi, queste politiche specializzate che la BCE intendeva lanciare sul mercato più in alto hanno fatto tutt'altro. In effetti, il volo delle azioni ha inviato denaro in obbligazioni, abbassando il rendimento dei bund tedeschi a 10 anni da 13 punti base a circa 6,5 ​​punti base, con rendimenti francesi e italiani in calo di 19 punti base nella giornata. In altre parole, le azioni hanno risposto alle notizie presumibilmente rialziste esattamente nella direzione opposta dettata dalla saggezza finanziaria convenzionale.

L’ultimo grafico qua sotto dell'Indice Euro Stoxx 600 Banks fa un punto equivalente, ma su una base molto più a lungo termine. Si può notare che l'incursione iniziale della BCE nello stimolo della banca, il Securities Market Program, è iniziata nel 2010, proprio come le banche europee hanno raggiunto il picco in un rally in controtrend al di sotto dei minimi del 2009. La BCE ha seguito molti altri programmi, tra cui LTRO-I (€ 489 miliardi), LTRO-II (€ 529 miliardi), transazioni monetarie definitive, TLTRO-I, TLTRO-II e, infine, l'allentamento quantitativo secondo di 60 miliardi di euro al mese. Eppure gli stock bancari sono diminuiti per tutto il tempo. Attualmente, l'indice è pari a 146, un calo del 37% dal suo picco in controtendenza e un massiccio calo del 73% rispetto al massimo storico del maggio 2007. Oggi, Draghi sta ancora cercando di fare ciò che questi sette precedenti programmi di stimolo non sono riusciti a fare: far ripartire un'economia morta. L'ultimo sforzo, TLTRO-III.

alla prossima

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In proposito alla questione Brexit, e al tentativo di ripetere il referendum (precedente già verificatosi in Grecia, nonchè ai problemi di casa nostra, possono essere illuminanti un paio articolo di Marco Della Luna pubblicati sul suo Blog tra fine febbraio e inizio marzo che riporto di seguito (non metto il link per poter sottolineare i punti salienti.

LOTTA POLITICA E INGEGNERIA SOCIALE

Pubblicato il 02/03/2019 da admin

LOTTA POLITICA E INGEGNERIA SOCIALE

Le innovazioni importanti, le strategie di lungo termine, le grandi operazioni di ingegneria sociale, sono deliberate a porte chiuse dall’oligarchia, in isolamento tecno-burocratico, indi calate sulla popolazione generale sotto il manto di nobili scopi di interesse comune, ma senza che ne sia rivelata la natura, gli effetti e gli obiettivi ultimi. Così è avvenuto, ad esempio, con il processo di integrazione europea, con le cessioni di sovranità, con l’Euro, con le riforme della banca centrale e del sistema bancario.

Mentre in epoche passate, e nei paesi culturalmente tuttora nel passato (come quelli islamici) si ricorre alla mobilitazione ideologica delle masse per fare i rivolgimenti (vedi primavere islamiche), nel vigente sistema di potere liberale e democratico il dibattito politico pubblico è permesso, o perlomeno può aver luogo, solo dopo che tali riforme abbiano raggiunto gli obiettivi per i quali sono state introdotte, in modo che il dibattito pubblico e la politica popolare, la ‘democrazia’, non possa impedire il raggiungimento di tali effetti. Cioè i problemi vengono posti all’opinione pubblica dai mass media e divengono oggetto di dibattito ed eventualmente di lotta politica (popolare) solo quando oramai il gioco è fatto e la lotta politica è innocua, inutile. Le poche volte che la volontà popolare si è attivata per tempo dicendo no a qualche riforma calata dall’altro, come nei referendum per l’integrazione europea, i popoli sono stati fatti rivotare fino ad approvarla. Anche per la Brexit si spinge in tal senso, seppur in modo contrastato, perchè su di essa l’élite britannica è divisa.

La politica popolare, di regola, viene in tal modo attivata su problemi ormai superati. Viene attivata in modo fittizio per dare sfogo. Lotta per chiudere le porte della stalla dopo che i buoi sono stati rubati. Così il dibattito e la lotta politica sulla sovranità e sull’Euro sono stati avviati solo dopo che la sovranità era oramai stata perduta e che l’Euro aveva prodotto i suoi effetti (devastanti per alcuni paesi, e vantaggiosi per i paesi dominanti), sebbene già negli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 negli ambienti tecnici si prevedessero benissimo, dato che economisti di vaglia avvertivano che il blocco dei cambi tra le monete europee avrebbe prodotto i risultati che poi ha prodotto. Fino al 2008 l’informazione popolare, la discussione politica, l’opinione pubblica italiana erano in massa per l’Euro e per l’integrazione europea, e l’informazione sui suoi previsti effetti veniva tenuta nascosta al pubblico. Le battaglie populiste-sovraniste contro l’Euro, minacciando di uscirne, si fanno solo adesso che uscirne è praticamente impossibile, come è impossibile per un pesce uscire dalla nassa – infatti chi prospettava di uscirne ha ritirato tale progetto. La popolazione generale, del resto, essendo incompetente e attenta solo all’immediato, non prevede gli effetti delle riforme tecniche, e si accorge di essi soltanto dopo che si sono prodotti, quando li sente sulla propria pelle. Ma anche allora fatica a capirne le cause. Le informazioni sono disponibili, a chi le cerca, ma pochi lo fanno, e soprattutto non avviene il coordinamento, la mobilitazione di massa, se i partiti politici non la organizzano e se, prima ancora, i mass media non mandano alla mente della gente la narrazione che il problema esiste, che è grave, che bisogna mobilitarsi. Ma lo fanno solo a giochi fatti. Lo si è visto ultimamente nella vicenda dell’opposizione ai vaccini obbligatori, in cui il problema era reale, decine di migliaia di persone manifestavano, ma i mass media e i partiti politici non rimandavano alla mente della gente questa realtà. Lo si vede ancora oggi, con le analisi di laboratorio che mostrano come nei preparati vaccinali in realtà non vi sono le sostanze immunizzanti ma vi sono molte sostanze tossiche e contaminanti. I vaccini in sé sono una cosa utile, se fatti bene e usati bene; i preparati industriali imposti ai bambini sembrano falsi vaccini, inefficaci e nocivi. Visto che tali preparati vengono iniettati molte volte in milioni di bambini, questo tema dovrebbe essere oggetto di pubblica informazione e di dibattito politico, ma politica e media lo tengono nel silenzio, perché questa operazione di bioingegneria sociale è ancora in corso e non  deve essere intralciata.

In conformità a quanto sopra spiegato, attualmente non sono oggetto di dibattito politico pubblico, né di copertura mediatica, ma piuttosto di silenziamento o discreditamento e negazionismo beffardo, le informazioni circa principali innovazioni a cui l’oligarchia sta lavorando oggi, e che avranno presto un drammatico impatto sulla vita della popolazione, ossia il controllo sociale e individuale mediante le reti elettroniche e mediante la biocrazia, cioè la gestione e modificazione della gente mediante somministrazione alla popolazione in massa di sostanze chimiche e biologiche negli alimenti, nei farmaci, nei vaccini, nell’ambiente, e anche attraverso la rete 5G (con le sue onde millimetriche che agiscono sulle cellule viventi, i suoi ripetitori ogni cento metri, i suoi ventimila satelliti in orbita): manipolazione biologica proprio come avviene nella zootecnia. Quando gli effetti si saranno consolidati e saranno divenuti irreversibili, si incomincerà a parlarne alla gente.

02.03.19 Marco Della Luna

MANIFESTO DEGLI SDEBITISTI

Pubblicato il 22/02/2019 da admin

MANIFESTO DEGLI SDEBITISTI

 Per il Movimento Sdebitista, che confida nella sua patrona, la Madonna dei Debitori, ho composto questo manifesto:

I manovratori fanno abbondare la moneta per la grande finanza speculatrice, e la fanno scarseggiare per l’economia reale, gli investimenti, i consumi, la vita della gente – anzi li ingessano nell’indebitamento, innescando una spirale negativa: questa è l’essenza del malandare economico.

Le false dottrine sulla scarsità della moneta (che oggi al contrario, essendo sganciata dall’oro, è solo un simbolo numerario, quindi senza costi né limiti di produzione, ma vincolata solo alla bontà del suo impiego), le ricette di pareggio forzato di bilancio, imposte persino nella recessione, manifestano i loro effetti in Europa: 2,3% di crescita demografica dal 2010 al 2018 nonostante l’immigrazione, contro il 22% del Nord America, del Sud America, il 30% dell’Oceania, il 56% dell’Africa, il 32% dell’Asia. Le predette dottrine della scarsità e della cinghia tirata hanno l’effetto e probabilmente anche lo scopo di causare depressione psichica collettiva, rassegnazione, sfiducia nel futuro, in quanto il denaro scarseggia – ma scarseggia perché lo fanno scarseggiare: in Italia segnatamente è un terzo di quello disponibile pro capite in Olanda, metà di quello disponibile pro capite in Francia, quindi la gente tende al risparmio, a restringersi, nella riproduzione come nei consumi, nell’impegno politico, onde la depressione, il calo della domanda interna, l’invecchiamento della popolazione.

Una reazione a questo deliberato schiacciamento monetario della gente da parte delle élites, è la creazione della moneta scritturale popolare, per pagare i debiti verso le banche e il fisco. Creando moneta scritturale la gente fa esattamente quello che fanno le banche, senza autorizzazione di legge. Le banche la creano e se la mettono in cassa senza contabilizzare questa entrata di cassa della moneta che poi prestano o usano per investimenti e spese. In tal modo creano un matematico squilibrio tra l’ammontare complessivo dei debiti e la liquidità disponibile, che rende i debiti inevitabilmente non pagabili, imprigiona le persone, le ditte, gli stati in un indebitamento maligno ed indefinitamente crescente. Reagire creando moneta scritturale per liberarsi da tale indebitamento è legittima difesa e, insieme, un messaggio chiaro: vi abbiamo sgamati.

Lo Sdebitismo nasce dalla constatazione che qualsiasi iniziativa di politica economica indispensabile per invertire il declino e rilanciare il Paese è resa impossibile a monte da questo sistema monetario e bancario, il quale produce un indebitamento crescente, inestinguibile e paralizzante, che ha svuotato il settore pubblico di ogni capacità di azione e di ogni dignità politica, sottoponendolo al potere irresponsabile della grande Finanza privata internazionale.

Lo si è visto anche ultimamente, allorché le promesse di interventi economici per investimenti produttivi e redistribuzione del reddito, promesse in base alle quali la Lega Nord e Movimento 5 Stelle avevano ottenuto il mandato elettorale, sono state in buona parte vanificate dai vincoli europei di bilancio in relazione a un debito pubblico ipertrofico perché gonfiato e consistente quasi esclusivamente di interessi capitalizzati. Il reddito di cittadinanza è stato sostituito da un sussidio per la disoccupazione e l’inserimento lavorativo, è stato ridotto come importi a circa un quarto di quanto originariamente promesso. La quota 100 è stata realizzata in modo che sostanzialmente va a beneficio di pochi, mentre la flat tax è praticamente rinviata sine die. Per giunta sono stati cancellati gli incentivi per l’innovazione tecnologica, sono state introdotte clausole di salvaguardia che possono portare l’IVA a livelli di soffocamento economico (23%), e tutto questo si è fatto sul presupposto che il prodotto interno lordo cresca dell’uno e mezzo per cento nel 2019, mentre poi si è visto che cresce molto meno, che  il settore industriale è in picchiata, quindi bisognerà introdurre nuovi tagli o nuovi tributi.

Sostanzialmente quindi non vi è stato il promesso cambiamento, ma un governo che continua, per ora, ad essere prigioniero di regole economiche già dimostratesi fallimentari. Va incoraggiato a liberarsi e a liberarci.

Dall’altra parte abbiamo ormai chiaramente compreso che il sistema monetario e bancario –che governa i governi- si basa sull’inganno e sulla frode, oltre che sulla violazione delle leggi, perché soprattutto le banche private creano il grosso della liquidità dal nulla aumentando i loro patrimoni ma senza registrare la sua creazione come entrata di cassa, quindi evadendo le tasse e contemporaneamente creando utili extracontabili che, essendo sottratti alla liquidità ufficiale, determinano matematicamente uno scompenso tra indebitamento complessivo e liquidità complessiva, scompenso che a sua volta determina le crisi di insolvibilità, la carenza di liquidità, il calo della domanda interna, la recessione senza uscita.

Rendendosi conto di quanto sopra, si comprende automaticamente che non ci può essere soluzione ai problemi economici finanziari e sociali, anzi che non ci può essere una politica che sia tale, se prima non si corregge il sistema monetario e bancario anche nei suoi metodi contabili, e se prima non lo si sottopone per legge al controllo pubblico, dato che ormai tutti abbiamo capito che le funzioni di creare la moneta, di fissare i tassi di interesse, di stabilire chi può essere finanziato e chi no, sono tutte funzioni di carattere pubblico-sovrano-politico che non possono essere affidate a privati, i quali le usano a scopo speculativo e di potere sulla società. La nazionalizzazione della banca centrale di emissione e delle banche strategiche è indispensabile.

Ripetiamo: se prima non si libera la società e le istituzioni dall’indebitamento che ormai è divenuto inestinguibile matematicamente, non ci può essere alcuna scelta politica né alcuna possibilità di soluzione dei problemi quindi non ci può essere nemmeno una scelta tra partiti politici e tra programmi politici: tutto si riduce a una farsa, a promesse irrealizzabili.

Incominciamo col liberare i singoli cittadini e le imprese per poi passare agli enti pubblici.

NON PUO’ ESISTERE UNA DEMOCRAZIA DI DEBITORI NE’ UNA REPUBBLICA SOTTO I BANCHIERI: GLI SDEBITISTI RIPUDIANO QUINDI IL DEBITO IMPOSTO INCOSTITUZIONALMENTE E SURRETTIZIAMENTE AI CITTADINI E ALLA REPUBBLICA.

Marco Della Luna