Test dal vivo dei prodotti short sul Ftse Mib in base al verdetto di venerdì


Etf a replica lineare o a leva oppure certificati a leva fissa o variabile (e in questo caso Turbo short o Mini short): come si sono comportati in una seduta da Cigno nero.

Hot markets

Dopo averne scritto in un precedente articolo è il caso di verificare sul campo il comportamento dei prodotti short riferiti all’indice italiano. Quale migliore occasione se non quella dello scorso venerdì nero? I risultati confermano che in situazioni estreme i certificati a leva diventano i migliori “trend accelerator”. Naturalmente – data la vastità della loro offerta, con caratteristiche differenti, dovute non solo alla tipologia a leva fissa o leva variabile ma anche a strike e scadenze – le performance si differenziano e in alcuni casi anche di molto. Questo innanzi tutto il verdetto.

Ftse Mib indice

-3,58%

Future Ftse Mib marzo 2020

-3,15%

Future Ftse Mib giugno 2020

-3,22%

Future Ftse Mib settembre 2020

-3,36%

Etf Lyxor Ftse Mib short a replica lineare (-1)

+3,35%

Etf Lyxor Ftse Mib short leva -2

+6,68%

Certificato Bnp Ftse Mib short leva fissa -7%

+25,4%

Certificato Bnp Ftse Mib Turbo short leva variabile (leva 6,07%) - Distanza da Knock Out

16,96% - scadenza 20/3/2020

+31,5%

Certificato Bnp Ftse Mib Turbo short leva variabile (leva 5,34%) - Distanza da Knock Out

19,26% - scadenza 20/3/2020

+29,9%

Certificato Bnp Ftse Mib Mini short leva variabile (leva 5,08%) - Distanza da Knock Out

18,50% - scadenza 18/12/2020

+29,3%

Certificato Bnp Ftse Mib Mini short leva variabile (leva 4,3%) - Distanza da Knock Out   

22,13% - scadenza 18/12/2020

+25,1%

Certificato Bnp Ftse Mib Mini short leva variabile (leva 3,73%) - Distanza da Knock Out

25,54% - scadenza 18/12/2020

+19,2%

Certificato Bnp Ftse Mib Mini short leva variabile (leva 3,31%) - Distanza da Knock Out

28,95% - scadenza 18/12/2020

+16,8%

Se il funzionamento degli Etf è noto e semplice occorre invece approfondire la tematica dei certificati, stanti le loro diverse tipologie.

I certificati a leva fissa

Sono i più semplici. Questi prodotti permettono di intervenire con leva fissa, solitamente per un massimo di x7 ai ribassi (quindi nel caso specifico short -7). Ciò è possibile grazie a un meccanismo di restrike giornaliero incorporato. Pertanto si prestano bene a trading di breve periodo, quasi solo intraday. Ancor più! I leva fissa sono preferibilmente da utilizzare per operazioni di cortissimo termine – meglio orario o pluriorario - a causa dell’effetto dell’interesse composto, noto come “compounding effect”, che interviene in un’operatività su posizioni “overnight”, quindi oltre la chiusura della singola seduta, comportando variazioni più o meno forti delle quotazioni.

I Turbo Certificate a leva variabile

Questi certificati consentono di prendere posizione al ribasso (Turbo short) su un indice o un’azione andando a leva. Si tratta di una leva dinamica, che varia al mutare del prezzo del sottostante: più si avvicina al livello barriera e maggiore è la leva. Caratteristica principale del Turbo Certificate è lo strike. Il loro prezzo infatti è determinato dalla differenza tra strike e quotazione del sottostante, con un livello di knock-out o barriera. Se il prezzo del sottostante raggiunge tale livello il prodotto scade e perde tutto il suo valore, determinando l’annullamento del capitale investito . A differenza dell’investimento in Future, tale strumento permette all’investitore di conoscere fin dal principio la perdita massima potenziale. I profitti invece non hanno limiti.

I Mini Future a leva variabile

Si tratta di un’evoluzione dei Turbo, essendo strumenti che non presentano il problema del “compouding effect” e che permettono pertanto di investire a leva (dinamica) long o short, adattandosi per posizioni sia intraday sia multiday, oltre per il cosiddetto hedging (protezione) di portafoglio su periodi anche prolungati. La scadenza dei Mini future è maggiore di quella dei Turbo. Importante poi la dinamicità dello strike e del livello barriera (anche in questo caso definito knock-out). Lo strike infatti viene ricalcolato giornalmente. In che modo? E’ tolto, nel caso di un Mini short, il costo del finanziamento implicito. Questo sottintende che lo strike tende a decrescere. Acquistare un Mini Future permette inoltre all’investitore di impiegare solo parte del capitale che avrebbe dovuto investire con altri strumenti. Il posizionamento iniziale dunque è ridotto.

E’ opportuno specificare che lo strike price viene riparametrato anche in funzione dei dividendi. In particolare, in occasione dello stacco, i livelli di strike e barriera sono incrementati per gli short di un importo pari a quanto distribuito, evitando gli effetti distorsivi dovuti appunto allo stacco.

Fondamentale, inoltre, è il concetto di knock-out o barriera, ovvero della soglia di prezzo che, se raggiunto dal sottostante, fa scadere anticipatamente il Mini future, causando la perdita del capitale investito. Anche questo livello è dinamico, il che deriva dalla necessità di mantenere un’appropriata distanza ed evitare dunque perdite superiori al capitale investito.

In sintesi – I fattori in gioco sono troppi e troppo mutevoli per giungere a una valutazione definitiva e valida per tutte le condizioni di mercato, nel nostro caso logicamente al ribasso. La variabilità, quando prevista, delle leve, degli strike e la disponibilità delle barriere comportano infatti situazioni non facilmente confrontabili. Certo è che se l’obiettivo è di realizzare trading intraday gli Etf a leva si adattano a chi vuole essere più rilassato e i certificati a leva fissa agli smanettoni dello scalping, mentre i leva variabile della generazione Mini Future si adeguano meglio alla protezione di un portafoglio, pur considerando sempre il rischio della scadenza anticipata. Prima di operare con questi strumenti è opportuno comunque studiarli bene ed eventualmente cominciare a utilizzarli con piccoli importi. Su tutti infatti i rendimenti possono essere elevatissimi ma con rischi altrettanto notevoli. Meglio “non provarli” per “credere”.