Per ora è correzione


Ho sempre detto che l'estate è un momento apparentemente tranquillo: tutti pensano a programmare le ferie perché altrimenti non potranno farle durante l'anno. Più che comprensibile e doveroso. Purtroppo però chi è trader sa bene che i mercati sono sempre aperti e spesso e volentieri nei mesi estivi capita -stranamente (?)- qualcosa. 

"Market view estremamente attendista", così intitolavo l'articolo della settimana scorsa (link: https://www.lombardreport.com/2022/8/20/market-view/). Sull'S&P500 ci trovavamo a ridosso di resistenze statiche e dinamiche molto importanti e la stoccata finale la si è avuta guarda caso proprio nel pomeriggio di venerdì, con indici in forte ribasso subito dopo le parole da falco del presidente della Fed Powell. La prima area supportile di S&P500 posta a 4100-4150 ha tenuto abbastanza bene durante la settimana salvo essere bucata con decisione nell'ultima seduta. A questo punto credo sia "logica" una discesa verso i 3930-3950 circa, poi si valuterà. Di seguito il grafico daily dove in bianco sono evidenziate le nuove aree di supporto/attenuazione della discesa. Per il momento rimango quindi dell'idea che si possa trattare di una correzione ma sarà importante vedere se e come i livelli verranno tenuti. In altri termini credo che il quadro statunitense sia diventato decisamente più vulnerabile ma non siamo al momento a livello di un disastro. 

Nelle ultime settimane ho spesso messo in evidenza la TOTALE assenza di spunti operativi affidabili, di volumi e di notizie e questo spesso e volentieri è prodromico di movimenti impulsivi e decisi come quello di venerdì o comunque dell'ultima settimana. Insomma, la classica quiete prima della tempesta o di un semplice temporale. 

Detto questo credo sia possibile che ci si stia avvicinando a quella fase correttiva che avevo indicato nella previsione di andamento dei mercati di inizio anno, ricordate? (link: https://www.lombardreport.com/2022/1/8/previsioni-per-il-2022/). Di seguito il grafico che avevo fatto ai primi di gennaio di questo nefasto 2022:

  

La fase discendente la si è avuta nel primo semestre e fino (per ora) al mese di giugno/luglio quando i mercati inaspettatamente hanno invertito la rotta ed hanno fatto segnare ottimi rialzi per tutto luglio e fino alla metà di agosto. Ora molto probabilmente ci troviamo in quell'intorno di settembre che vede l'alta probabilità di storno. Naturalmente come avevo scritto al tempo e ripeto per l'ennesima volta oggi questa previsione va intesa nel "quando" è più probabile che un andamento si possa verificare che non nella sua intensità (quanto si scende o quanto si sale). Dovendo fare un esempio sappiamo che la stagione fredda inizierà a novembre ma non sappiamo di preciso quale sarà la temperatura e nemmeno se a novembre ci saranno giornate particolarmente miti! Ricordo che quattro o cinque anni fa il giorno di Natale sono addirittura andato a camminare in montagna dalle mie parti perché c'erano 16 gradi ! Quindi facciamo sempre riferimento al "quando" e molto meno al "quanto".  Tornando all'analisi che più interessa il pubblico, pensate che dal 1950 il mese di settembre è stato il peggiore dell'anno e negli anni di elezioni di metà mandato (dodici in totale) ci sono stati solo quattro risultati che sono andati contro statistica. Quindi direi ribassisti per il mese che sta per iniziare anche se non credo si scenderà tutte le settimane del 4.5% come è stato in quest'ultima.

Ricordo poi che Europa e Stati Uniti vivono due realtà economiche parallele ma totalmente differenti e quindi inevitabilmente le Borse dovranno adeguarsi di conseguenza. L'inflazione europea (derivante da costi) è nettamente differente da quella statunitense (derivante dalla domanda), così come le variabili economiche (PIL, disoccupazione, tassi). Questo fattore lo si è colto anche in occasione del recente rally estivo che ha visto ad esempio l'S&P500 in salita di quasi il 20% mentre il rimbalzo europeo è stato anemico: sul Dax il 10%, in Italia attorno al 12%, punto più, punto meno. 

A proposito di Italia.... E' stato dato molto risalto alla notizia che il Financial Times in prima pagina abbia messo la grande scommessa al ribasso sui BTP nell'ordine dei 40 miliardi di dollari: "la più grande dal 2008". Faccio però notare che l'attacco speculativo al debito italiano è stato fatto nel 2011 quando caddero l'allora premier Berlusconi e Giulio Tremonti che al tempo era ministro dell'Economia, che credo salirà nuovamente al Ministero alle prossime elezioni (anche perché non vedo altri politici all'orizzonte). Se sarà un bene o un male lo valuteranno i mercati che, ricordiamolo, non votano ogni quattro anni ma tutti i giorni dell'anno (salvo i sabati e le domeniche, con buona pace per i sindacati). Un secondo appunto alla grande scommessa deriva dal fatto che, come fatto notare da Carlo Cottarelli, 40 miliardi rappresentano solamente il 2% di PIL nazionale italiano, quindi molto poco.Infine il debito pubblico di una decade fa era di gran lunga più basso rispetto ad oggi, quindi la stessa cifra scommessa incide molto meno. Il debito pubblico attuale è attorno a 2750 miliardi di euro mentre la scommessa ammonta a 40 (39 per esattezza), ovvero l' 1.45% del totale. Gran parte di questo debito (circa un terzo) è detenuto da istituzioni europee. Grazie all'inflazione alta aumentano le entrate dello Stato e si abbatte il rapporto Debito/PIL perchè il numeratore rappresentato dai titoli di Stato emessi perde valore. A causa dell'inflazione si stima una discesa di questo rapporto addirittura del 2%. Lo spread attualmente è abbastanza stabile: attorno a 230 punti contro bund e rispetto ai Bonos spagnoli siamo attorno a 110 punti base, quindi non si è allargato. Con questo naturalmente l'Italia rimane comunque vulnerabile proprio per l'incertezza politica dei mesi a venire e soprattutto di quelli post elezioni. Personalmente credo infatti che sia solo una questione di mesi prima di avere -per necessità e non per virtù- nuovi governi tecnici. L'aspetto positivo è che in questo momento ci sono molte nazioni europee che si trovano a dover affrontare i nostri stessi problemi, Germania in primis: mal comune mezzo gaudio. 

Il nostro derivato Future FTSEMIB40 ha rotto il minimo di due settimane fa che avevo indicato a 22350 punti (link: https://www.lombardreport.com/2022/8/20/market-view/). Quello era per me lo spartiacque tra positività e negatività di breve periodo. Il breakout lo si è avuto già da lunedì, salvo tentare un pullback poco convincente (per questo non ho mandato alcun update). Possibilità di andare verso l'area di 21700 e successivamente a chiudere un gap a 21400-21500 (scala oraria), poi si vedrà.

Un aspetto che ritengo interessante ed utile da analizzare è la modalità con la quale si è svolto il ribasso di venerdì pomeriggio. Come ho scritto precedentemente il driver è stato il discorso di Powell che è iniziato esattamente alle ore 16.00 italiane. Lo speech è durato 9 minuti ed è quindi stato molto breve rispetto al passato quando durava quasi mezz'ora. Osservate sul grafico ad un minuto l'andamento del nostro derivato: alle prime parole si è scesi ma durante il discorso ecco improvvisamente invertire la rotta per poi trovarsi a livelli più alti rispetto a quelli iniziali (ho cerchiato l'ultima candela delle 16.09). Il movimento ribassista che si è sviluppato in seguito era già nell'aria in un mercato fiacco e senza spunti o idee. Quando non ci sono temi e liquidità sui mercati ecco che aumentano esponenzialmente le possibilità di ribasso visto che è dal ribasso che si scatena poi la paura e gli algoritmi si nutrono di liquidità (magari prossimamente pubblicherò un breve articolo ad hoc per farvi vedere il tipo di turbativa che creano con tanto di immagini allegate). 

 

Tra il quinto e sesto minuto del discorso di Powell il mercato ha invertito al rialzo, proprio mentre toccava un aspetto particolarmente interessante: quello delle aspettative inflazionistiche.

"Se ci si aspetta che l'inflazione debba rimanere bassa per lunghi periodi questo può succedere in assenza di shock. La stessa cosa però si verifica con inflazione elevata: negli anni '70 l'inflazione saliva ma l'aspettativa che potesse continuare in futuro ha impattato l'economia: più l'inflazione saliva e più ci si aspettava che continuasse anche in futuro (omissis)...quindi bisogna interrompere l'aspettativa che l'inflazione possa aumentare (omissis)...se gli aumenti (dell'inflazione,ndr) sono piccoli e graduali questo non impatta sulle decisioni di famiglie e aziende. Più è elevata l'inflazione e maggiore è l'aspettativa che possa protrarsi nel tempo".

Fronte azionario

Il quadro tecnico esposto apre lo spazio ad un possibile ulteriore allungo ribassista per la giornata di lunedì grazie alla rottura di soglie tecniche importanti. Fineco pare diretta verso i 10.20/10.30 (minimi di giugno), Unicredit potrebbe essere attratta verso l'area a 8.80 euro dove si trova un gap up da chiudere, Moncler in area 43 chiuderebbe un gap up, Poste Italiane pare nuovamente diretta verso 7.70, Leonardo si è indebolita parecchio nelle ultime settimane dopo il rally dei mesi scorsi e sembra andare alla ricerca di 8.10 euro, Amplifon è vicinissima alla rottura dei 26 euro che potrebbe portare ad un ulteriore indebolimento verso i 25 euro. Estrema cautela quindi e operatività per trader esperti e non per cassettisti dal momento che siamo in fase correttiva. Potrei andare avanti con altri titoli e il risultato non cambierebbe di molto, ma non voglio continuare con questa triste litania. 

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)