Piano Bar : European Zone 2016_02


Piano Bar - European Zone

  • Febbraio 2016

I principali Indici azionari europei sono ormai incanalati in un declino impulsivo dai loro massimi di Aprile 2015. Diversi indici hanno già rotto livelli chiave di supporto ad altri sono prossimi a farlo. Il Dax che metto come primo grafico è entrato in una terza onda ribassista che sarà più forte e duratura rispetto all'onda 1 dello scorso anno.

Come si vede dal grafico abbiamo ben tre zone che possono fornire supporto alla discesa dei prezzi. La prima zona tra 8318 e 8488 punti incrocia la proiezione del 138% di onda 2 e l'estensione del 100% di onda 1 a partire dalla fine del ritracciamento di onda 2. In altre parole il punto in cui onda 3 sarebbe uguale ad onda 1.

Credo poco a questo livello di supporto perchè nella stragrande maggioranza dei casi onda 3 è decisamente più lunga di onda 1 (mediamente 1,618 di onda 1). La seconda zona di supporto forte è quella dove si incrocia l'estensione del 138% di onda 1 a partire dalla fine di onda 2 con la proiezione del 200% di onda 2; la vedete evidenziata (7114 e 7169) perchè la ritengo più credibile la data di arrivo potrebbe essere attorno al 10 giugno dove troviamo l'estensione temporale del 138,2% di onda 1. La terza zona di supporto dal punto di vista tecnico è fortissima poiché oltre a incrociare le estensioni del 200 e del 300% delle due precedenti onde incontra anche i minimi di onda (B) di grado intermediate che potrebbe concludersi un mese dopo; ma se questa fosse solo la fine della 3 il potenziale della 1 cerchiata di grado primary sarebbe già devastante e non voglio pensare a dove potrebbe terminare la 5 cerchiata di grado primary che concluderà la c di cycle. A questo punto il supporto di mezzo mi pare il più adatto a concludere l'onda 3 a cui potrebbe seguire un rimbalzo di onda 4 fino a 8.750 e il terzo supporto potrebbe fornire la tenuta per la fine di onda 1 cerchiata di grado primary. 

Al di là di quello che sarà lo sviluppo futuro del modello d'onda è importante capire che le implicazioni di questa situazione tecnica vanno ben al di là di quello che i prezzi per ora mostrano sulla carta. Il picco del 15 Aprile 2015, ha il potenziale per essere uno dei Top più significativi nella storia del mercato tedesco, a meno che in poche sedute non dovessimo assistere ad un recupero e ad un rientro nel canale di trend che è stato rotto; ma se questo fosse allora dovrà accadere in tempi rapidi (un paio di settimane al massimo o giù di lì), diversamente la finestra al rialzo sarà chiusa definitivamente e il DAX dovrebbe perdere diverse migliaia di punti in tempi nemmeno troppo lunghi.

La fiducia degli investitori tedeschi, dopo essersi praticamente azzerata ad ottobre per tornare al 16,1% in dicembre a gennaio è ripiombata agli stessi valori di novembre al 10,2% (Novembre (10,4%). (fonte http://it.tradingeconomics.com/germany/zew-economic-sentiment-index )

Un altro indice che ora tecnicamente fa sempre più paura è il FTSE100 di Londra.

Se si confermasse la rottura della neckline,  4.300 sarebbe è il target di minima naturale della figura stessa. Ovviamente non accadrà verticalmente, ma questo non lascia molte speranze per un bel 2016 all'insegna del toro. Mettete anche in conto che in Inghilterra i sondaggi per il referendum sull'uscita dell'Euro danno in vantaggio lo schieramento favorevole all'uscita dall'Euro e che la Banca d'Inghilterra sta accantonando riserve per miliardi di dollari da usare quando le ripercussioni sulla sterlina seguiranno gli eventi, ma anche per i paesi che resteranno nell'Euro non sarà una passeggiata. Se poi alla fine gli inglesi dovessero optare per restare nell'euro, c'è da scommettere che il conto per gli altri paesi sarà comunque salato, perchè le condizioni che gli inglesi porranno sul tavolo saranno dure. Questo è battere i pugni sul tavolo, non le battutine di Mr. Renzie.

Per ragioni si spazio, non starò a postarvi tutti gli indici uno ad uno, anche perchè con qualche leggera variante rispetto ai due già visti, grosso modo presentano tutti la medesima situazione.

Le banche hanno ricevuto la loro giusta punizione per la loro sovraesposizione in leva  e quindi stiamo rivedendo il film già visto nel 2008-2009. Vari istituti di credito periferici sono già falliti e in questa settimana abbiamo visto l'attenzione degli investitori spingere verso pesci molto più grossi. Deutsche Bank che è il più grande finanziatore della Germania è un disastro annunciato che si sta cercando in tutti i modi di evitare ma non sarà semplice. Nonostante questo, fior di analisti, media, economisti, e politici continuano a voler vedere il bicchiere mezzo pieno e lanciare messaggi rassicuranti, parlando di reazioni "esagerate" dei mercati finanziari ignorando evidentemente il significato del termine. Nella seconda metà del mese scorso quando i mercati non erano ancora scesi ai livelli attuali, un analista di Citigroup intervistato da Bloomberg suggeriva agli investitori di approfittare dei recenti minimi per comprare azioni europee e cavalcate un rimbalzo almeno del 5% prima di vendere. Negli stessi giorni su Forbes un articolo titolava: "6 ragioni per cui questo Sell-Off sui mercati finanziari è esagerato". Ancora  poche sere fa su Radio 24 un signore intervistato da Barisoni, sosteneva che manca ancora una scrollata finale e poi il mercato dovrebbe essere giunto al fondo. Ma chi segue i mercati con le onde di Elliott sa che quel fondo sarà semplicemente il fondo di un'onda 1 cerchiata di grado primary e che per vedere il fondo della c di grado cycle di onde ce ne vogliono 5.  Per farla breve quasi nessuno si sta preparando per il prossimo downleg di un lungo e faticoso mercato orso e nessuno indicatore di sentiment di lungo termine presenta ancora un diffuso e radicato pessimismo che è invece indispensabile per generare un importante fondo di tenuta. Come il buon Mariani amava ripetere, "i mercati toro finiscono quando non ci sono più compratori disposti ad acquistare a certi prezzi e i mercati orso finiscono quando non ci sono più venditori disposti a vendere a certi prezzi"...

Ora, tornando a Deutsche Bank, si cerca di correre ai ripari e sopratutto di buttare fumo negli occhi alla gente, ma 5 miliardi qua e 2 miliardi là ... per una banca che fino a l'altro ieri aveva in pancia 75.000 miliardi di derivati, sono noccioline; ora sembra siano scesi  a 58.000 ma parliamo sempre di cifre folli, pari a circa venti volte il Pil della Germania ed oltre 5 volte il Pil europeo. Un sito di investimenti svizzeri sottolinea come "oggi la Deutsche Bank è in preda ad una delle trasformazioni più turbolente dei suoi 145 anni di storia. Lo scorso ottobre La Deutsche Bank aveva annunciato un piano per scaricare 28 miliardi di € di asset rischiosi che rappresentavano 14% dei beni totali della società. Ma per tutta risposta i CDS (Credit Default Swap) quinquennali su Deutsce Bank (una sorta di contratto d'assicurazione contro il fallimento dell'istituto) sono balzati al 125% e a fine gennaio sfioravano il 180%, ed ora siamo oltre, segno che la fiducia sta scemando rapidamente davanti a numeri incerti che mutano tutti i giorni. C'è poca chiarezza e molta nebbia, al punto che la Grecia, il Diesel Gate di Wolkswagen rispetto a quello che si nasconde nelle pieghe dei conti di Deutsche Bank rischiano di essere quisquiglie e intanto qualche analista  stima far 3 e i 4 miliardi i soli costi che la banca tedesca si troverà a dover sostenere quest'anno in sole cause legali, si parla di oltre 10 pagine di procedimenti in corso nel rapporto del 3°trimestre dello scorso anno di una banca d'investimento con sede a Londra ... si parla poi di indagini in corso legate a torbidi commerci effettuati da clienti russi".

Vi invito a leggere questo articolo: la_crisi_di_deutsche_bank_peggio_della_grecia mentre sotto metto il grafico dei CDS. Tempi disperati richiedono provvedimenti disperati, e se Jan Flamming fosse ancora vivo, avrebbe certamente dell'ottimo materiale per un paio di film di 007.

A prescindere da come finirà questo pornazzo di bassa qualità, quello che la gente non capisce è che questa infinita sequenza di scandali, toglie credibilità al sistema che rischia di afflosciarsi su se stesso come un castello di carte. La crisi che per ora chiama in causa Deutsche Banck rischia nel giro di poco tempo di contagiare la maggior parte delle banche di investimento globali man mano che l'umore sociale cadrà in una depressione senza precedenti. Ma le disgrazie non vengono mai sole e difatti il 2016 si preannuncia un anno particolarmente difficile anche per le Assicurazioni. Se dai massimi di aprile 2015 il settore bancario dell'EuroStoxx600 ha lasciato sul terreno il 38%, il settore assicurativo resta due o tre posizioni più in alto avendo perso, per ora solo il 26,3%. Al riguardo esamineremo il grafico del colosso Svizzero Zurich Insurance.

Il 20 gennaio, (evidenziato sul grafico) Zurich è crollato di oltre l'11% dopo aver annunciato una perdita trimestrale di 100 milioni di dollari nel suo settore più grande che è costituito dalle assicurazioni generali. Bloomberg sottolineò quel giorno che il disastro arrivava in un momento difficile per Zurich, ma in realtà dopo tanti anni di tassi prossimi allo zero ed ora in negativo, la scomparsa di rendimenti anche sugli investimenti a lungo termine, finisce inevitabilmente per devastare i modelli attuariali assicurativi. Le innovazioni finanziarie poi sono state progettate per rimuovere il rischio e spalmare le potenziali perdite sui varie controparti e se togli/abbassi il rischio non serve più nemmeno l'assicurazione o serve comunque di meno. Entro 5-10 anni al massimo le automobili si guideranno da sole e saranno più sicure ed affidabili di un pirla ubriaco, drogato o arteriosclerotico al volante... già oggi i satellitari installati a bordo delle auto potendo localizzare immediatamente dove si trova il mezzo hanno permesso di ridurre sensibilmente i costi delle polizze furto... insomma tutto lascia prevedere la scomparsa dalle scene di acluni dei più grandi assicuratori oggi esistenti. Zurich oggi ha più di 60.000 dipendenti ed è presente in circa 170 paesi. E' probabile che nei prossimi anni la presenza globale della società andrà a ridursi a livelli impensabili solo fino a pochi anni fa. La fuga degli investitori da obbligazioni ad alto rendimento è un altro segnale importante che si manifesta in questi tempi.

Siamo sui minimi degli ultimi due anni. Il sell-off di titoli spazzatura, segnala il ritorno degli investitori ad una sana avversione al rischio, e ad un sano sentimento di paura per gli investimenti più rischiosi a favore di un ritorno ad una mentalità di "risk-off".

Ma, paradossalmente, proprio questo mutato approccio psicologico, finirà per spingere l'economia, verso una vera e propria depressione. Non parliamo poi della crescente difficoltà per gli investitori ad orientarsi in un bailame di prodotti obbligazionari con regolamenti astrusi frutto di un'ingegneria finanziaria di rapina, volta a non far capire nulla ad investitori che non siano più che esperti, con regolamenti a dir poco demenziali che si presentano come tomi da 170-200 pagine che nessuno ha ovviamente il tempo di leggere, dove le probabilità per l'obbligazionista di ottenere una cedola o un coupn diventano una chimera, un percorso ad ostacoli dove prendi poco il primo anno e gli anni successivi, se fuori piove o tira vento, ma avete l'ombrello e la nonna non ha la flebite e al tempo stesso il Nikkey e il Dow Jones non sono mai scesi sotto a una barriera prefissata, allora forse, uno zero-virgola te lo possiamo anche dare, altrimenti salti  la cedola, sbadigli e ci rivediamo l'anno prossimo. Piuttosto che acquistare simili prodotti compratevi un fazzoletto di terra e del LETAME ... probabilmente ci fate di più.

Non paghi di astruse alchimie sulle cedole, negli anni si sono inventati le subordinate con i vari livelli di TIER... core tier-1, tier-2 e chi più ne ha più ne metta. Sempre Bloomberg sottolinea che il sistema bancario Europeo resta in questo modo gravemente danneggiato, ma con questa mezza verità si minimizza il problema, perchè quando il mood sociale cala sensibilmente, la maggior parte delle banche con "over leverage" sarà spinta fuori mercato. E' successo nel 2008 e si può scommettere che succederà ancora per un motivo semplicissimo: i nuovi regolamenti hanno aumentato la probabilità, che gli investitori obbligazionari non sarnanno pagati e anzi danno praticamente la certezza, che ben che vada (coi tassi negativi) perdi soldi; ti presto 100 euro e ne riporto a casa 98... e se vi piace un mondo così.... ricordate come diceva Mario Adinolfi a Radio 24???.. beh la stessa cosa.

Poi dal 1° gennaio di quest'anno è arrivata la ciliegina sulla torta ed è cominciato il Bail-in che in realtà è un "belìn ligure" che ti gira intorno costantemente all'altezza del c..o. Quindi non solo non hanno ripristinato la distinzione obbligatoria tra banche commerciali tradizionali e  banche d'affari, per cui decido io a ragion veduta a chi affidare i miei risparmi, ma se butta caso, l'amministratore delegato della banca che abbiamo scelto si dimostra essere un pirla che fa fallire la banca, non lo portiamo in galera e buttiamo via la chiave, ma paghiamo le sue malefatte, direttamente coi soldi dei nostri conti correnti!!! (la prima forma di guadagno resta il furto e loro l'hanno studiata bene).

Dice si però solo se hai più di 100.000 euro, perché i conti correnti sotto i 100.000 euro sono comunque coperti dal fondo di garanzia. E qua oltre che LADRO, il sistema si mostra perfettamente BUGIARDO e in mala fede, poichè quel fondo di garanzia lì, ... a dir tanto coprirà anche meno dell'1% dei risparmi degli italiani, quandi la realtà è che finchè fallisce una banchetta piccola, il fondo c'è e interviene, ma se dovessero cominciare a saltare un paio di banche grosse, allora vedrete che quel fondo lì copre quelli più svelti che riescono a precipitarsi in banca a ritirare i soldi dalle 8,30 alle 9,00 forse 9,15 dopodichè non ce n'è più per nessuno. Ma anche questo omettono di dirvelo. Ad ogni modo nemmeno ha fatto in tempo ad entrare in vigore il "belìn" che si è presentato subito il primo cliente. Così il 30 Dicembre 2015 La Banca Centrale del Portogallo ha ordinato il trasferimento di due miliardi di obbligazioni senior di Novo Banco, la good bank nata un anno fa dal fallimento di Banco Espirito Santo diventata ora la bad bank. Il battesimo degli obbligazionisti obbligati a salvare la propria banca è avvenuto con la benedizione urbi et orbi della BCE  che già a Novembre 2015 aveva concluso che la sopravvivenza di  Novo Banco era vitale.... aprendo di fatto la stagione delle "libere volpi in libero pollaio...."

Nelle banche non rimane più nulla ... i funzionari addetti alla politica monetaria non hanno altra scelta che quella di lasciare che le perdite si accumulino. Tutto il denaro reale che le banche avevano ed hanno posseduto per anni, è stato da tempo sostituito da un mucchio di pagherò che diventerenno inutile fumo appena la deflazione e la depressione si diffonderà stabilmente in tutta Europa. Un tempo era "lasciate ogni speranza voi che entrate"... oggi è "lasciate ogni speranza voi che siete dentro... in Europa". Diventerà una guerra per il denaro, quello che nel frattempo ci hanno fortemente limitato nell'utilizzo. Alcuni paesi come l'Austria hanno già  fatto una legge che rifiuta le obbligazioni a garanzia di un debito. Altri seguiranno e ben presto i tribunali si troveranno inondati di cause aperte dai detentori di obbligazioni diventate carta straccia e/o comunque rifiutate come titolo di garanzia. In Italia e Spagna diverse banche hanno dovuto mettere in atto corposi piani per la riduzione dell'esposizione debitoria su crediti ormai inesigibili.

E pensare che solo 5 anni fa a febbraio del 2010  Unicredit aveva annunciato piani per aprire 100 banche in Europa centrale e orientale, e in quell'occasione gli analisti di Elliott Wave osservarono che la comunità finanziaria stava incautamente giocando con le stesse armi da fuoco caricate durante la precedente mania, prima dell'inizio della crisi, e liquidò lapidariamente l'idea dicendo che la maggiora parte di queste banche avrebbero finito inevitabilmente per spararsi sui piedi!!.. Ad osservare oggi i grafici di Unicredit e della spagnola Banco Popular, non si sono sbagliati di molto e nel frattempo pare che guai seri oltre che per i così detti PIIG siano in arrivo anche per la Finlandia.

L'epidemia infettiva della deflazione è appena iniziata e serviranno anni prima che possa essere debellata.

[Bund Futures]

Il Bund come ci aspettavamo il mese scorso non solo è andato al test di 161,5 ma ha rotto ed è volato fino a quota 166, per poi correggere leggermente e fermarsi a 164,39.

Ora si tratta di capire se quel massimo, è già la conclusione di onda (5) (i requisiti di minima ci sono già), o se la correzione in atto è inquadrabile in una 4 minor a cui dovrebbe poi seguire una 5 minor per chiudere la (5) Intermediate. La recente rincorsa parabolica spesso caratterizza un significativo top di mercato; in ogni caso gli operatori dovrebbero almeno fare attenzione alla possibilità che un top qui vicino potrebbe rivelarsi ancora più significativo.

alla prossima