Piano Bar : European Zone 2016_03


Piano Bar - European Zone

Marzo 2016

Il terzo appuntamento mensile con i lettori dedicato ad un focus sui mercati europei ci regala un  quadro generale che nella sostanza non è mutato granchè dal report di Febbraio. I principali indici azionari europei continuano a calare in modo impulsivo da Aprile dello scorso anno.  D’accordo che nell’ultimo mese si è assistito ad un rimbalzo ma fino a prova contraria il rimbalzo in corso è semplicemente un rimbalzo in contro trend (movimento correttivo) peraltro già in fase piuttosto avanzata che non appena terminato porterà ad una nuova e più potente onda al ribasso dove vedremo il FTSE100, il DAC, il CAC40, e l’EuroStoxx 50 mettere a segno nuovi minimi nel carniere del mercato orso. In questo momento vediamo particolarmente vulnerabili i titoli tecnologici europei e britannici e vediamo un sentimento euforico che conferma i nostri timori di un movimento correttivo in fase di esaurimento.  Il rischio di default per numerose aziende europee negli ultimi 12 mesi è aumentato, e questa tendenza purtroppo è solo all’inizio.

Le vendite misurate e gentili che gli investitori hanno mostrato finora, diventerà sempre più nervosa e caotica man mano che si avanza nell’anno; peraltro tenete anche conto che fra poco più di un mese arriva maggio, e con maggio il periodo stagionalmente meno favorevole dell’anno per i mercati azionari. Come ben sanno gli amici elliottiani, i mercati azionari seguono un'evoluzione alternata di sviluppo e decadimento (impulso e correzione) di tipo frattale. Ora le onde che in quest’ultimo anno hanno determinato ribassi tra il 20 e il 30% degli indici azionari, sono ancora onde di piccolo grado (minute, minor, intermediate).  Ma mano a mano che il mercato orso avanza, queste piccole onde diventano gocce per onde di grado primary , cycle e supercycle in grado di ribaltare banche d’investimento che stanno sul mercato da oltre un secolo. A quel punto gli investitori saranno colti dal panico questa volta per una questione primaria fondamentale: il passaggio del loro stato d’animo verso un profondo pessimismo renderà lentamente le banche centrali incapaci di contrastare il debito e tutte le loro manovre di Q.E inutili. A quel punto sarà come un palazzo o un viadotto quando cede un pilone di cemento portante. La riprova di quanto sto affermando è ben visibile osservando la disperazione che sta montando nelle banche centrali del mondo e la loro escalation sulla cassa sottoposta a continui giri di vite. Come ha spiegato Robert Prechter circa tre anni fa, “Le autorità non vogliono che tu abbia contanti, perché significa che non stai aiutando le banche a puntellare il debito”. Effettivamente le banconote ad alto valore sono diventate in tutta Europa un possesso pregiato al punto che ora si parla di far sparire le banconote da 500 euro adducendo ovviamente a subdole motivazione e balle che non stanno né in cielo né in terra.  Un grafico di Bloomberg di qualche settimana fa mostrava come il numero delle banconote da 1.000  Franchi Svizzeri in circolazione che è uno dei tagli più grandi del mondo è più che raddoppiato a partire dal 2000 e dati della Banca Nazionale Svizzera parlano di un aumento della domanda di queste banconote cresciuta di ben un 17% da Novembre del 2014 a inizio di quest’anno. Ma anche sul versante dell’euro non va diversamente; così il numero di banconote da 500€ dal 2002 ad oggi è  più che triplicato catturando l’attenzione dei governi continentali e così mentre la BCE tenta di rimuovere la banconota da 500€ la Germania cerca di porre un limite di 5.000 euro alle transazioni effettuate con pagamenti in contanti. In questo clima è entrato recentemente a gamba tesa Lawrence Summers ex segretario del tesoro americano, invitando i governi a livello mondiale ad “arrestare per sempre la stampa di banconote di grande taglio” (WSJ del 22 febbraio) raccogliendo immediatamente l’eco di favore da un ex consigliere della Banca d’Inghilterra che già a settembre dello scorso anno intervenendo ad una conferenza finanziaria aveva a sua volta sostenuto la necessità di sbarazzarsi delle banconote di grande taglio. Queste mosse ufficialmente vengono giustificate con la necessità di combattere il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e di altre attività criminali.

Come si legge su Bloomberg in un articolo intitolato “Draghi Could Scrap Biggest Note to Fight Crime and Deflation” (Draghi potrebbe eliminare la banconota più grande per combattere il crimine e la deflazione)  (nda: passi la scusa del combattere il crimine ma quella della deflazione è una puttanata grande come una casa)  “la rimozione di queste banconote dovrebbe contribuire a rimuovere uno dei principali ostacoli a spingere i tassi d’interesse più in basso” Il tutto con la benedizione urbi et orbi del mondo accademico. Un professore della London School of Economics, precisa che la rimozione delle banconote di grosso taglio, costringeranno gli aspiranti accaparratori di cassa ad utilizzare il sistema bancario, rendendo la conservazione dei contanti più costosa e difficile. Peccato che in un ambiente contagiato dalla deflazione del credito questa mossa diventerà impraticabile per i signori banchieri,  poiché i rischi e i costi connessi associati al mantenimento di cassa in un conto bancario faranno impallidire e sembrare minimali i rischi e i costi connessi alla detenzione di banconote in denaro a casa propria. Anche se pubblicamente si presentano sempre con l’aria di chi sa cosa fare in ogni circostanza nel tentativo di infondere fiducia a tutti i costi,  fiancheggiati da media e giornalisti incapaci di balbettare una sola parola contro questi personaggi che del loro operato, peraltro, non rispondono a nessuno (né ai governi né ad un elettorato)  i banchieri centrali restano terrorizzati dalla deflazione del credito e dalla distruzione del debito associato che seguirà. In questa fase avanzata del trend le posizioni di cassa soprattutto di grandi dimensioni rappresenteranno un’occasione di investimento storica quando la tempesta sarà finita.  

Passiamo quindi alla rassegna di qualche grafico, iniziando dall' EuroStoxx 50:

Il rally su Euro Stoxx è giunto ad un momento della serie "o vai o stai". Ovvero l'indice deve superare rapidamente i 3.130 punti se vuole puntare alla zona dei 3.200 punti dove passa il ritracciamento del 61,8% di Fibonacci della precedente onda i cerchiata. Diversamente un cedimento del supporto di 2.935 punti segnalerà l'inizio della nuova tappa del mercato orso.

La situazione è simile sul CAC40 dove peraltro giovedì scorso si è verificato una figura di Double Key Reversal Bearish, per cui ora la sfida per i tori è il superamento  del massimo di giovedi scorso in tempi rapidi per scongiurare e invalidare quel segnale. Diversamente il cedimento del minimo di giovedi scorso confermerà che il rimbalzo è finito e il bear market può riprendere il suo corso.

Sul DAX il quadro di lungo termine è certamente ribassista, destinato a raggiungere la zona dei 5000 punti ma nel breve periodo il Dax potrebbe certamente salire in zona 10.335 - 10.388 per raggiungere un ritracciamento del 61,8%  della precedente onda i cerchiata. Ma l' onda ii potrebbe anche spingere oltre fino a riportare il Dax vicino agli 11.000 punti prima di riprendere il cammino verso il basso.

Anche  sul FTSE 100 , a nostro avviso manca un ultima spinta verso l'alto per completare le cinque onde che consentiranno la successiva inversione al ribasso.

Come ogni mese diamo un occhiata all'indice di fiducia degli investitori tedeschi (fonte http://it.tradingeconomics.com/germany/zew-economic-sentiment-index )

Come si vede il dato di febbraio va a scraniarsi all'1% dimezzando praticamente il minimo dello scorso Ottobre e questo non è un gran bel segnale senza contare poi che nel mese di febbraio perde quasi 2 punti percentuali anche l'indice di fiducia delle imprese come mostra il grafico successivo.

[Bund Futures]

Il mese scorso eravamo in dubbio sul fatto che il massimo di allora rappresentasse il massimo di onda 3 o 5. Il movimento laterale che si è sviluppato da allora è coerente con lo sviluppo di un onda 4 per cui una volta terminata la correzione ci sarà ancora un'onda 5 al rialzo. Il supporto di tenuta per l'onda 4 dovrebbe aggirarsi attorno a 160,1 - 160,5.

Prima di concludere rispolveriamo anche uno strumento che non mostravamo da parecchio tempo ovvero il siderografo di Bradley per il 2016 con le date di turnazione individuate. Ricordiamo che la curva del siderografo non indica la direzionalità del mercato ma solo le date in cui più probabilmente potremo assistere a delle inversioni.

alla prossima

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